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L'unione sarda. Province, ricorsi in arrivo

UPS. Levata di scudi contro i commissari: «Sopruso»

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Tutti contro i commissari. È un fronte unito quello dei consiglieri provinciali, chiamati a raccolta dall'Ups (Unione delle province sarde), ieri mattina a Cagliari. Tutti, con toni più o meno battaglieri, gridano al «sopruso» per una nomina «che viola il principio costituzionale di rappresentanza degli elettori», sottolinea il presidente dell'Ups, Roberto Deriu.
L'arma è il ricorso al Tar, che le 5 Province commissariate intendono presentare, per sospendere gli effetti della delibera e impedire che i cinque commissari entrino in carica. L'obiettivo è «la scadenza naturale delle amministrazioni», spiega Deriu, «in attesa che ci sia una legge di riordino che riporti le Province alla legalità». A dare manforte ai membri dell'Ups è la sentenza della Consulta che ha bocciato l'abolizione delle Province nel Decreto salva Italia: «È una buona notizia», dice Deriu, «a conferma che la nostra battaglia è giusta: non si possono eliminare le Province con un colpo di mano». Gli enti commissariati preparano le contromosse: Cagliari, Medio Campidano, Ogliastra e Gallura hanno già deciso per il ricorso. Ancora da discutere la situazione del Sulcis anche se il vice presidente del Consiglio, Carla Cicilloni definisce il commissariamento «un ribaltamento della volontà popolare».
Il prossimo passaggio è previsto il 23 luglio, in occasione della pronuncia del Consiglio di Stato sul ricorso, presentato dall'Ups.
Dura la replica di Michele Cossa (Riformatori) sicuro che «la sentenza della Consulta non sposta di una virgola la questione delle province sarde» e del presidente Ugo Cappellacci: «I sardi hanno già voltato pagina». Poi, il presidente parla del futuro affidando «un ruolo centrale agli enti in cui il cittadino si identifica: i Comuni». (mat.s.)

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