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L'unione sarda. In un diario la battaglia persa di una madre che amava i suoi figli

Pensieri d'amore e disperazione con la tentazione di farla finita

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dal nostro inviato
CARBONIA Scriveva Francesca Tuveri. Compilava un diario. Come una bambina, a dispetto dei suoi 38 anni. Non lo sapeva nessuno, i genitori hanno trovato quelle pagine di quaderno scritte a penna pochi giorni dopo la sua morte. Sapevano che la loro primogenita soffriva moltissimo per il distacco dai suoi tre figli, lo sapevano perché piangeva in continuazione e lo diceva a tutti: «Non posso vivere senza i miei angeli». E poi alla madre, Emma Atzeni, 60 anni di dure lotte contro il destino che già le aveva riservato un figlio gravemente malato e un lutto precoce, confidava: «Me ne vado così potranno restituire a te i miei bambini».
Sapeva che il problema era lei, la tossicodipedenza prima, la depressione poi. Ma si stava curando Francesca, le relazione degli assistenti sociali era positiva, così almeno hanno detto al padre, Luigi Tuveri, subito dopo la sua morte, il 28 maggio, cinque giorni dopo il suo 38esimo compleanno.
Luigi ed Emma non vorrebbero farlo ma quelle voci sbagliate, quelle notizie sulla morte li hanno convinti a render pubblico quel che succedeva nei piccoli ma dignitosi appartamenti di via Dalmazia, a Carbonia: Francesca ha scelto di farsi da parte nella speranza di favorire il riavvicinamento dei suoi angeli alla famiglia d'origine.
La madre gira e rigira tra le mani le pagine del quaderno, e si tormenta: «Non immaginavo, lo diceva sempre e alla fine non le credevo più, è come la storia di “al lupo al lupo”, invece lo ha fatto davvero. Rilette oggi le sue lettere sono un chiaro segnale di quello che stava progettando. Il giorno prima mi aveva detto che sarebbe partita, e io non ho capito neanche allora».
Il diario custodisce una dichiarazione d'amore alla figlia maggiore. Francesca l'ha scritta nel giorno in cui la primogenita (che vive coi nonni paterni) compiva gli anni.
Era il 13 aprile 2013.
Un coltello trafigge il mio cuore, oggi compi 17 anni principessa e sei lontana da me anni luce! Vorrei che tu fossi nel tuo lettino, vorrei svegliarti con dolcezza ed essere la prima a farti gli auguri e mostrarti il mio sguardo splendere di gioia per la persona meravigliosa che sei. Ti amo alla follia (...)
Stava lottando contro la depressione Francesca, dopo aver vinto la battaglia con la droga, ma quelle poche righe dimostrano che il suo amore di madre non era per nulla appannato. Il suo era un sentimento potente, nei confronti di tutti e tre i suoi bambini. Sei giorni dopo ha affidato al quaderno un altro atto d'amore. Era il 19 aprile 2013.
Sono le 6,30 del mattino, come al solito mi risveglio in uno stato d'animo di quelli che ti sconvolgono, sono in preda al panico per l'ennesimo incubo nel quale i protagonisti sono i miei tre figli. Sogno che mi si scopre una brutta malattia e mi assale il timore di non fare in tempo a rivederli. Ho una fottuta paura nera! HO PAURA.
Faceva brutti sogni Francesca, temeva di non rivedere più i suoi bambini, nei suoi incubi era gravemente malata e, chissà, forse già pensava di farla finita. Sì perché quello era un pensiero fisso, lo ripeteva in continuazione finché lo ha perfino messo nero su bianco, sul suo diario segreto. Era il 29 aprile 2013.
Troppo facile vivere sospesa in un'altra dimensione, dove tutto sembra più semplice, dove non ti mancano le energie e la fantasia di fare le cose... purtroppo questo status era destinato a finire e scoppiare come una bolla di sapone! Dura sempre troppo poco, se per altri versi non fosse peccato, e per quanto questa vita mi sta lacerando, sono sicura che arrivata al limite non avrei difficoltà nel farmi abbracciare da un'assassina tanto subdola e piacevole al tempo stesso.... se le cose non cambieranno, qui ho appena scritto il mio destino.
Eppure, pochi giorni prima di morire sembrava aver ancora voglia di lottare Francesca, e lo ha scritto nel suo quaderno. Era il 6 maggio 2013.
Dannati pensieri, dannata burocrazia e dannata cattiveria (...) Tre anime innocenti ormai porteranno nel loro cuore una ferita tanto profonda che mai avrà modo di rimarginarsi totalmente, sono traumi, i peggiori.... Ma come può tanta cattiveria insinuarsi nelle persone, io non riesco a darmi una risposta! Bambini miei sto combattendo per riportarvi a casa perché voi siete la mia vita. Lotterò sino all'ultimo respiro! VI AMO DA MORIRE.
M. F. Ch.

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