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L'unione sarda. Sfida anticrisi da 380 milioni di euro

In uno studio presentato da Confindustria realtà e prospettive delle imprese della Sardegna centrale

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NUORO Quarantadue imprese, oltre settecento occupati, un fatturato complessivo di 380 milioni di euro e un export pari alla metà di quello provinciale. Sono questi i numeri relativi all'area industriale concentrata nei territori di Ottana, Bolotana e Noragugume. Un tessuto produttivo che, nonostante la crisi e le esperienze fallimentari di alcune realtà imprenditoriali, si conferma essere di vitale importanza per il territorio.
CONTROTENDENZA Lo studio, effettuato dall'associazione degli industriali della Sardegna centrale e divulgato dal presidente Roberto Bornioli, mette in luce alcuni aspetti che alle volte tendono a passare in secondo piano, evidenziando come i territori dell'ex zona industriale di Ottana, quella di Bolotana e l'agglomerato Pip, accomunati con la nomenclatura “zona industriale di Ottana”, ospitino un tessuto produttivo costituito anche da realtà produttive di eccellenza, capaci di dare occupazione al territorio e promuovere i loro prodotti anche all'estero.
PUNTO DI FORZA Sono un'ottantina, infatti, le imprese che quotidianamente operano nel territorio interessato e danno lavoro a circa 700 persone, la maggior parte delle quali (619) è impiegata, in maniera diretta nelle 42 aziende ubicate nell'area, mentre, il restante centinaio lavora grazie al ciclo virtuoso di commesse e richiesta di manodopera e servizi messo in piedi dagli stessi stabilimenti produttivi. È l'export, tuttavia, il punto di forza del territorio che, con 62 milioni di euro ammonta a circa la metà del totale delle esportazioni della provincia di Nuoro, riguardando prevalentemente i settori dell'agro-alimentare della componentistica e della chimica.
Per quanto quest'ultimo settore giochi un ruolo fondamentale per l'economia dell'intera area, il sito non ha solamente un'importanza strategica per la filiera della chimica regionale, grazie anche alla presenza di Ottana Polimeri, che da sola contribuisce a circa metà del fatturato e un quinto degli occupati dell'area, ma assume notevole rilievo anche il settore dell'energia. La Regione, infatti, ha previsto di costruire qui il terzo polo energetico isolano, che potrà beneficiare, oltre all'apporto produttivo delle imprese già presenti nel territorio, Tra queste per grandezza ed importanza Ottana Energia, Biopower e Ottana Solar Power.
IL FUTURO Ma non è tutto, nonostante la crisi, sono previsti nuovi investimenti anche da parte dei privati. Antica Fornace, per esempio, intende avviare nei prossimi anni nuove attività in filiera con quelle già esistenti nel territorio e a tal proposito ha già programmato un piano aziendale che porterà il numero totale dei dipendenti dai 113 attuali alle 200 unità. Inoltre, l'area potrà beneficiare di numerose altre risorse che andranno a vantaggio degli imprenditori. Tra queste spiccano per consistenza i 10 milioni di euro previsti per la costruzione di un impianto solare termodinamico, i 6,5 milioni derivanti dall'Accordo di programma sui servizi per interventi imminenti in infrastrutture, servizi e ambiente ed, infine, i fondi derivanti dalle misure di sostegno del bando regionale per le Aree di crisi.
Simone Tatti

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