Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. Piras (Upc): Michela Murgia non rappresenta nessuno, altri i soggetti da coinvolgere

PRIMARIE. La replica al deputato di Sel

Condividi su:

Sono sempre agitate le acque all'interno del centrosinistra sardo, impegnato in un faticoso dibattito che dovrebbe portare alle primarie in vista delle elezioni regionali di febbraio. Dopo l'intervento del deputato di Sel, Michele Piras, che sferzava la coalizione e la invitava a guardare con interesse all'intenzione di Michela Murgia di correre per la carica di governatore, ieri è stata la volta di Enrico Piras, segretario regionale dell'Unione popolare cristiana (Upc).
Piras, che cosa non le è andato giù dell'intervento del suo omonimo di Sel?
«Non capisco questa infatuazione politica per Michela Murgia. Chi è? Che cosa rappresenta? A parte il fatto che è una scrittrice non vedo altri motivi per interessarsi alle sue mosse».
Eppure, la sua - chiamiamola così - discesa in campo ha fatto rumore.
«A me né caldo né freddo. Non è che perché è una scrittrice ha i titoli per partecipare al dibattito interno al centrosinistra. A Porto Torres abbiamo uno scrittore bravissimo, Giampaolo Bazzoni, ma non lo candido certo alla carica di governatore, anche se è parente di Enrico Letta».
Piras chiedeva, però, di aprire il dibattito ai movimenti che si stanno sviluppando in Sardegna.
«Questo è un altro discorso, ma Michela Murgia non mi pare rappresenti altro se non se stessa».
Anche lei pensa che il centrosinistra, in questa fase, sia debole?
«Sì, senza dubbio. Con il quadro attuale, il centrosinistra non vince le elezioni e, invece, dobbiamo vincerle a ogni costo, per il bene dell'Isola».
Che idea si è fatto delle alleanze?
«Intanto, registriamo un passo dei Verdi, che hanno mostrato interesse al nostro dibattito e che, quindi, vanno coinvolti. Poi, penso a Paolo Manichedda».
È maturo per un avvicinamento al centrosinistra?
«Manichedda ha formato “Sardegna e Libertà” e si è smarcato da tempo dal centrodestra e dalla giunta Cappellacci. Ecco, con lui sì che dobbiamo confrontarci».
A che punto è il dibattito sul codice etico?
«Noi dell'Upc abbiamo le idee chiare: chi è stato rinviato a giudizio o, peggio ancora, condannato per reati gravi, quale l'evasione fiscale, è incompatibile con la candidatura. Diverso il discorso per coinvolgimenti in procedimenti penali di poco conto. Qual è il sindaco che non ha una pendenza per abuso d'ufficio? Questo non può essere un ostacolo, ma tutte le altre fattispecie sì».
Ivan Paone

Condividi su:

Seguici su Facebook