Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. Datome, benvenuto in paradiso

È il primo cestista “sardo” a giocare nella mitica Nba

Condividi su:

Dal nostro inviato
Augusto Ditel
GOLFO ARANCI «A volte, la fortuna di abitare in questo paradiso viene data per scontata». Pochi giorni fa - il 5 luglio per l'esattezza - ha twittato questa frase a commento di una foto-cartolina di Golfo Aranci, il borgo a due passi da Olbia dove la famiglia dell'atleta sardo del momento gestisce uno storico albergo con vista mozzafiato, l'hotel Gabbiano Azzurro.
IL PARADISO Da domenica, il paradiso di Gigi Datome - il primo cestista sardo che approda nella prestigiosissima Nba, il tempio del basket mondiale - si chiamerà Detroit, nel Michigan. Lo stanno già aspettando i tifosi dei Pistons , la sua nuova squadra. In molti daranno il benevenuto all'ala olbiese, pronto a indossare la maglia numero 13 per due stagioni, ingaggio complessivo di 3,5 milioni di dollari.
Negli Usa non si scherza: il tabellino di marcia è stato già indicato, non si può sgarrare. Visite mediche, conferenza stampa, contatti con i dirigenti, individuazione dell'alloggio, e ritorno a casa, prima di ripartire definitivamente per gli allenamenti. E niente interviste, per ora. Appena arriverà l'ok dei dirigenti, sarà possibile chiacchierare con questo ragazzone di 95 chili spalmati in due metri e tre centimetri, che il basket ce l'ha nel sangue fin da quando era un bimbetto.
25 ANNI Nato a Montebelluna (Treviso) il 27 novembre 1987, solo perché sua madre, Antonietta Toti, ha voluto partorire nella sua città, ma trasferitosi a Olbia dopo appena 15 giorni, Gigi ha si è imbattuto in un canestro quando aveva tre anni, grazie a suo fratello maggiore, Tullio (il nome del nonno, commerciante di mobili), che ha 5 anni più di lui e gioca in C, con la Santa Croce, la società di famiglia. Il club gialloblù, nel quale ha militato l'attuale sindaco di Olbia Gianni Giovannelli, infatti è presieduto ancora oggi da Sergio, il papà di Gigi, ex cestista pure lui, soriso contagioso, persona perbene. I fratellini facevano impazzire mamma Antonietta e nonna Raffaella, archivio vivente di tutto ciò è stato detto e scritto del nipote e tifosa numero 1.
NESSUN CLAMORE La pallacanestro insomma ha trionfato in questa famiglia di imprenditori di Olbia, contagiando Guido, avvocato e fratello maggiore di Sergio; Marco, inossidabile team manager, e Marisella: gli altri zii. Basket come ragione di vita, insomma. Basket come abracadabra di gioia, da spalmare qua e là per arrivare al dream , al sogno americano, come lui stesso ha scritto su Facebook dando la notizia dell'approdo negli Usa. E questo figlio di Olbia e della Sardegna è il quarto italiano che avrà il privilegio di calcare i parquet più importanti del mondo, in una società giovane e ambiziosa.
CARATTERE D'ORO Di GigiGigante, manodoro nel tiro da tre, cosa di cui hanno bisogno i Pistons, colpisce il suo buon carattere. Lui è celebre da un bel pezzo. Ha debuttato in B a 15 anni, ha vinto tre scudetti, una Supercoppa italiana, nel 2008 è stato premiato come il miglior under 22 d'Italia. Grazie a Carlo Recalcati, ha giocato con il Montepaschi Siena, prima di passare alla Legea Scafati e di indossare la maglia della Nazionale e di difendere i colori della Virtus Roma, dove ha raggiunto una condizione eccellente anche se poi lo scudetto non è arrivato per un soffio. Ebbene, nonostante la notorietà, i fiumi d'inchiostro della stampa specializzata sulle sue gesta e sul suo comportamento in campo anche in occasione degli scontri con la Dinamo Sassari, Gigi è rimasto il ragazzo di sempre. Disponibile, mai arrogante, alla mano, mai un comportamento sopra le righe. D'estate, alla fine della stagione agonistica, lo si vede anche oggi nell'albergo di famiglia, impegnato a fare commissioni, a dare una mano ai suoi genitori, soprattutto alla madre, bravissima manager. Di posti letto. E di campioni.

Condividi su:

Seguici su Facebook