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L'unione sarda. Niente salari, sciopero il 25 luglio

Proclamato dai sindacati: a rischio l'erogazione dei servizi

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Niente stipendi, niente acqua. I sindacati dissotterrano l'ascia di guerra e iniziano a suonare i tamburi dello sciopero contro Abbanoa e la Regione: il 25 luglio i lavoratori della società idrica e delle ditte d'appalto, Acciona e Idrotecnica, incroceranno le braccia per protestare contro il mancato pagamento dello stipendio di giugno e della quattordicesima. E se non ci sarà qualche novità che potrà scongiurare lo sciopero, il rischio è che la Sardegna rimanga a secco, visto che verranno bloccati anche potabilizzatori e stazioni di pompaggio dell'acqua nella rete idrica.
REGIONE NEL MIRINO A finire nel mirino dei sindacati, questa volta, non è solo la società che gestisce il servizio idrico in Sardegna, ma anche l'amministrazione regionale. Lunedì scorso, infatti, era stato firmato un accordo, dopo la protesta dei lavoratori in viale Trento, tra la Regione e i sindacati di Abbanoa e delle ditte d'appalto, al fine di garantire «sia il pagamento degli stipendi del personale interno ed esterno, sia la risoluzione delle problematiche legate alla capitalizzazione della società», spiegano i segretari regionali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, Giacomo Migheli, Marco Nappi e Mario Cro. L'accordo prevedeva il trasferimento immediato di circa 8 milioni di euro dall'Autorità d'ambito, «somma relativa ai crediti vantati dall'azienda per gli oneri di servizio», in attesa dell'arrivo nelle casse di Abbanoa di altre risorse, per permettere alla società di pagare gli stipendi e garantire ai lavoratori la quattordicesima, non ancora riscossa. Secondo i sindacati, tuttavia, «a oggi la Regione non ha attuato gli impegni, tanto è vero che solo alla fine del corrente mese potrebbe essere erogata una parte delle risorse finanziarie», aggiungono i tre esponenti sindacali. Peraltro, l'accordo firmato in Regione prevede il trasferimento dei fondi dall'Ato, ma il commissario Alessandro Bianchi non ha partecipato lunedì all'incontro, per cui non ha mai dato conferma che quegli 8 milioni potessero essere trasferiti in tempi rapidi.
L'AZIENDA Nel frattempo, Abbanoa si è premurata di illustrare la situazione, con una lettera inviata ai lavoratori. Nella missiva viene spiegato che le casse della società non hanno la liquidità sufficiente per pagare gli stipendi, anche se ogni risorsa incassata sarà utilizzata per la continuità aziendale e i salari. Soprattutto, si ricorda che c'è un corposo elenco di fatture «emesse e non pagate», presentato lo scorso 11 luglio in Prefettura, che ammonta a oltre 23 milioni di euro, e che riguarda enti regionali, della sanità, caserme, scuole, luoghi di culto, associazioni, enti, Comuni e Province. Detto questo, il pagamento degli stipendi potrebbe essere effettuato, si legge nella lettera, non prima del 18 luglio, a meno di fatti straordinari.
LA REGIONE Dal canto suo l'amministrazione regionale respinge le accuse e replica di aver fatto quanto chiesto per andare incontro alle esigenze di Abbanoa. «Nei giorni scorsi è stata approvata una delibera dalla Giunta che stanzia 33 milioni di euro da destinare proprio ai servizi idrici», afferma l'assessore regionale della Programmazione, Alessandra Zedda, «aggiungo anche che gli assessorati hanno già avviato un'opera di sensibilizzazione nei confronti degli enti debitori della società idrica, affinché vengano accelerati i pagamenti».
Resta poi da giocare la partita della capitalizzazione della società, questione sulla quale si attende il via libera da parte dell'Unione europea, che dovrebbe arrivare entro settembre, come ha sottolineato l'assessore dei Lavori pubblici Angela Nonnis, durante il vertice di lunedì scorso con i sindacati, assumendo anche l'impegno di convincere i Comuni ad abbattere i tempi per «la sottoscrizione delle quote della capitalizzazione prima dei 30 giorni previsti dall'assemblea».
AUTORITÀ D'AMBITO L'Autorità d'ambito, infine, sta esaminando le rendicontazioni per i servizi effettuati da Abbanona negli anni 2008, 2010, 2011, mentre i documenti sul 2012 sono stati inviati solo di recente. Dunque, nonostante si stia cercando di accelerare nell'esame della documentazione, spiegano dagli uffici dell'Ato, non è possibile pagare gli 8 milioni (ma le verifiche in atto potrebbero ridurre sensibilmente le somme da versare) fino a quando non saranno terminati i controlli, peraltro fatti solo parzialmente negli anni passati.
Giuseppe Deiana

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