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L'unione sarda. Disoccupato, risolvo problemi

Dal rubinetto rotto al bimbo da ritirare: ci penso io

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SASSARI Chiedetegli tutto, ma proprio tutto, eccezion fatta per le prestazioni sessuali. Anche perché non sono previste dal contratto di “Marito in affitto” che Alessandro Cossu, 36 anni, sarulese residente a Ittiri, ha firmato il mese scorso con un'agenzia. Per il resto, non ci sono problemi: aggiustare la lavatrice e lo scaldabagno, riparare l'impianto idrico e quello elettrico, mettere un quadro alla parete, sistemare il giardino o cambiare una gomma bucata all'auto.
FACTOTUM Insomma, un autentico factotum per interventi rapidi e risolutivi. Soprattutto per chi in casa non sa fare un bel nulla - e ce ne sono tantissimi - oppure per chi non ha tempo da dedicare a lavoretti poco impegnativi ma che comunque richiedono un po' di attenzione e di manualità. Cossu, sposato, due figli e un'esperienza da operaio specializzato in impianti di depurazione, per oltre un anno è stato uno dei milioni di disoccupati che nel nostro Paese crescono a ritmi vertiginosi ogni giorno. Poi ha detto basta e ha deciso di rimettersi in gioco e di intraprendere un'avventura nuova per il panorama sardo: il marito in affitto. Che poi è un marchio registrato da un signore che vive a Monza e che ha creato una rete a livello nazionale per aprire una frontiera inesplorata in un mercato del lavoro dove oggi più che in passato bisogna arrangiarsi.
LA STORIA «Ho lavorato dieci anni in Continente, tra Lazio e Toscana - racconta Alessandro Cossu - e sempre nel settore del trattamento delle acque. Sono emigrato che avevo ventidue anni perché in Sardegna non si trovava niente da fare. Sono rientrato tre anni fa e ho trovato solo contratti di lavoro a tempo determinato sino a quando la ditta che mi aveva assunto, per via della crisi, non ha deciso di ridurre i costi licenziando il personale».
Com'è nata l'idea di aderire a “Il Marito in Affitto”?
«Non dico per disperazione, perché non è la verità. Però nel periodo trascorso da disoccupato non ho mai smesso di fare lavoretti per amici, conoscenti e parenti. Dalla tinteggiatura di un appartamento a piccole ristrutturazioni, naturalmente avvalendomi della collaborazione di altri artigiani e di altre persone».
A chi si rivolge?
«Alle signore sole e a quelle che hanno mariti non in grado di piantare un chiodo nel muro, per usare un'espressione diffusa ma che spiega quale sia la mia funzione professionale».
Limiti ai lavoretti?
«Nessuno. Dalle tapparelle alla rigenerazione del pavimento in cotto, senza tralasciare le commissioni più banali, ovvero la spesa e i bambini da accompagnare o ritirare dalla scuola. Non significa che sono un baby sitter, non è questa la mia mission, ci tengo semplicemente a sottolineare che quello che io offro è un servizio a tutto tondo».
Sua moglie che dice?
«È contenta, anche lei lavora e vedere che io mi sono comunque ritagliato una spazio professionale non può che farle piacere. Capisco che sul nome dell'agenzia si possa fare della facile ironia ma posso assicurare che si tratta di una cosa seria e che sta andando avanti molto bene nonostante abbia iniziato appena un mese e mezzo fa. Devo ammettere che al momento sono molto soddisfatto e mi piace pensare che ci siano grandi possibilità di crescita, non solo per me».
La sua risposta alla crisi funziona: la consiglierebbe ad altri?
«Certo che sì, credo che una figura come la mia possa essere imitata ovunque, in ogni territorio della Sardegna. Non bisogna piangersi addosso e aspettare che arrivi qualcosa dal cielo. È il difetto di noi sardi e a me non è mai piaciuto. Anche quando sono stato licenziato non mi son perso d'animo, non era il caso».
Lavora in nero?
«Scherza? È tutto regolare con tanto di regolare ricevuta fiscale. Ho un tariffario, che ritengo sia conveniente, ho aperto una pagina facebook e adesso farò del volantinaggio per promuovere l'attività che, ripeto, svolgo a tempo pieno. Sto pure creando un gruppo di artigiani disponibili a seguirmi anche in interventi più complessi. Chiunque sa che chiamare l'idraulico o l'elettricista non sempre significa trovarli pronti a fare il lavoro che ci serve D'altronde chi è specializzato punta a cose più serie e non si occupa di una presa di corrente o di un lavandino tappato. Io sì, e ben vengano anche questi lavoretti».
Vito Fiori

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