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L'unione sarda. Virde condannato a 16 anni

Delitto Arca, nessuna attenuante per il colpevole

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ORISTANO La sentenza arriva a un anno dal delitto di Antonello Arca, l'operaio trentaseienne di Silanus ucciso all'alba del 15 luglio 2012. Ieri, al termine del processo con il rito abbreviato, il compaesano Luca Virde, presente in aula, è stato condannato a 15 anni e 9 mesi di reclusione per omicidio volontario e a una contravvenzione di 6 mesi per porto ingiustificato di coltello. Il Gup del Tribunale di Oristano, Silvia Palmas, che non ha concesso all'imputato alcuna attenuante, ha inoltre disposto il risarcimento dei danni con una provvisionale immediatamente esecutiva di cinquantamila euro per ciascun familiare. E cioè la madre della vittima, Francesca Selis, e le sorelle Bachisia Angela ed Emanuela Arca, parti civili nel processo rispettivamente con gli avvocati Pierluigi, Elio ed Enrico Meloni.
IN AULA In apertura di udienza la difesa, gli avvocati Giuseppe Luigi e Maria Teresa Cucca, ha presentato al giudice l'istanza per visionare un filmato con due obiettivi: integrare le indagini e far emergere la personalità della vittima. La richiesta, alla quale si sono opposti gli avvocati di parte civile, è stata rigettata dal giudice. A quel punto i difensori hanno reiterato la richiesta di rito abbreviato e la parola è andata all'accusa, rappresentata dal procuratore capo Andrea Padalino Morichini, che ha ricostruito quanto accaduto all'alba di un anno fa durante una festa nella piazza centrale del paese e poi ha chiesto la condanna alla pena complessiva di 17 anni e tre mesi.
LA TRAGEDIA Luca Virde, 33 anni dipendente di una azienda di macellazione di Macomer, ebbe un diverbio con Antonello Arca. Al termine della discussione estrasse una pattadese sferrando due fendenti, uno dei quali colpì in pieno il cuore del manovale, che cessò di vivere subito dopo. La colpa della vittima fu quella di reagire con uno schiaffo alle provocazioni di Luca Virde che lo avrebbe importunato e preso in giro per tutta la serata. Da quel momento l'aggressore fece perdere le sue tracce, dandosi alla latitanza. A distanza di una settimana, poi, la resa. Il 22 luglio il giovane si consegnò alla polizia. Il procuratore Padalino Morichini fece scattare l'accusa di omicidio volontario.
LA DIFESA Gli avvocati Giuseppe Luigi e Maria Teresa Cucca hanno messo in rilievo un primo elemento della ricostruzione di quanto accaduto un anno fa: a passare per primo alle vie di fatto era stato Antonello Arca che aveva reagito con uno schiaffo alle provocazioni. Nell'arringa è stato inoltre messo a fuoco il comportamento processuale dell'imputato, che si consegnò alle forze dell'ordine confessando tutto e facendo, subito dopo, ritrovare l'arma del delitto. Proprio per questo motivo la difesa ha chiesto al giudice che la pena venisse contenuta. Novanta giorni per le motivazioni della sentenza.
Patrizia Mocci

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