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L'unione sarda. Dodicenne in fin di vita

Dramma durante la battuta di caccia: scambiato per un cinghiale, Ragazzino ferito alla testa dalla fucilata di un ex carabiniere

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Una fucilata lo colpisce alla testa durante la battuta di caccia. Crolla a terra sulla campagna intrisa d'acqua, tra Irgoli e Capo Comino, sotto gli occhi disperati del padre e del fratello maggiore. È un ragazzino nuorese di appena dodici anni, finito nel posto sbagliato, confuso per un cinghiale. Ora è in condizioni disperate nel reparto di Rianimazione dell'ospedale San Francesco dove ha subito un delicato intervento chirurgico. Un proiettile lo centra a un occhio e si ferma nella scatola cranica. Quel colpo è partito dal fucile di un carabiniere in pensione, Franco Paletta, 64 anni, originario della Calabria, trapiantato a Irgoli dove per anni è in servizio nella caserma. Con il babbo del ragazzo condivide la passione per la caccia e l'appuntamento domenicale a San Michele, campagne dove i cinghiali abbondano. Ammette subito di aver sparato perché convinto che quel movimento scorto dietro un cespuglio fosse di un cinghiale visto che il ragazzo avrebbe dovuto trovarsi nella posta accanto al padre.
LA PARTENZA La tragedia ieri mattina intorno alle 9,30. Il ragazzo di buon'ora raggiunge le campagne di San Michele assieme al padre, originario della Baronia, lavoro a Orosei e casa a Nuoro, nel quartiere Nuraghe. Per il ragazzo non è la prima volta: già l'anno scorso partecipa alle battute di caccia spinto da una passione sconfinata e familiare. La giovanissima età non scoraggia, sebbene ora faccia riflettere non poco.
L'INCIDENTE Battitori e cacciatori prendono posto nell'area designata per intrappolare il cinghiale. Il ragazzo deve stare accanto al babbo. Ma alle 9.30 finisce nella traiettoria proibita. Scatta l'allarme che mobilita il 118. L'équipe di operatori arriva a Irgoli a bordo dell'elicottero dei vigili del fuoco, decollato da Alghero. Atterra nel campo sportivo del paese davanti ai ragazzi che giocano al calcio, compresi alcuni amici del ragazzo, in trasferta da Nuoro. Vedono partire il velivolo senza sapere cosa realmente sia successo. Alle 11.30 il ricovero in ospedale. A mezzogiorno si apre la porta della sala operatoria dove il ragazzo resta fino alle 14,15.
L'ATTESA Le condizioni sono gravissime. I chirurghi estraggono il proiettile: non è ancora chiaro se sia quello di un pallettone o di un colpo a palla. Elemento fondamentale per le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Siniscola, guidata dal capitano Andrea Senes. I militari sequestrano il fucile del cacciatore, ma nei suoi confronti non formalizzano ancora il capo d'accusa. Gli investigatori e il magistrato seguono da vicino l'evoluzione delle condizioni del ragazzo, appese a un filo. E valutano anche le condizioni di sicurezza di ieri mattina, come pure se la presenza del dodicenne implichi responsabilità, oltre quelle suggerite dal buon senso.
POLEMICHE «Ora è veramente troppo. L'ennesimo ferimento mostra che la caccia non è solo un attentato al nostro patrimonio faunistico, ma anche e soprattutto alla vita umana», sostiene l'ex ministro Michela Brambilla che ne chiede l'abolizione.
Marilena Orunesu

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