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La nuova sardegna. Regione senza bilancio per un mese

La giunta dà il via libera all’esercizio provvisorio. In maggioranza esplode il malcontento dell’Udc di Oppi e del Psd’Az

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Riprende oggi in commissione Autonomia il confronto sulle Province. La riunione sarà allargata ai capigruppo. Riprende, dunque, l’esame congiunto delle cinque proposte di legge e del disegno di legge della giunta sul riordino delle Province ma stamani scade anche il termine per la presentazione degli emendamenti sul testo base. L’organismo consiliare è stato convocato dal presidente Paolo Maninchedda (Psd’Az, nella foto), anche per l’esame delle proposte di legge per la revisione dello Statuto speciale della Sardegna attraverso l’istituzione di un’assemblea per lo Statuto sardo e della leggina per azzerare i consigli di amministrazione in società controllate, enti e agenzie a favore dell’amministratore unico o di un direttore generale. I lavori proseguiranno nel pomeriggio e, compatibilmente con la convocazione dell’Aula che non è stata ancora definita, sino a venerdì prossimo.
di Alfredo Franchini wCAGLIARI Per la prima volta nella storia, la Regione rinuncia a scrivere la legge finanziaria e va direttamente all’esercizio provvisorio, (se il Consiglio regionale non dovesse decidere diversamente). La giunta ha approvato la linea di “rottura” con il governo Monti ma ha corretto la proposta dell’assessore La Spisa, limitando il tempo dell’esercizio provvisorio da tre mesi a un mese. «E’ un fatto tecnico indispensabile», ha spiegato il presidente Ugo Cappellacci. L’abbassamento del limite temporale, che darebbe il modo di rilanciare la vertenza con il governo, è stata condivisa anche dagli altri componenti dell’esecutivo regionale. Ora la parola spetta all’assemblea regionale. Un atto clamoroso per dare la sveglia al governo: la Regione chiede che siano allentati i vincoli del patto di stabilità, altrimenti - aveva detto l’assessore La Spisa - «è inutile continuare a fare il bilancio». Un atto che avrà ripercussioni in Consiglio regionale, dove Pd e Sel chiedono le dimissioni della giunta. Una decisione che s’inserisce nel clima politico di grandissima incertezza, con le imminenti dimissioni dell’assessore all’Ambiente Giorgio Oppi e la posizione di sofferenza crescente da parte del Psd’Az che attende risposte per la mozione sull’indipendenza della Sardegna, depositata recentemente in consiglio regionale. Il malcontento degli alleati che esiste da troppo tempo, potrebbe portare gli stessi a una rottura nei rapporti con l’esecutivo Cappellacci. Il posto di Giorgio Oppi dovrebbe essere rilevato da Andrea Biancareddu ma l’assessore all’Ambiente tentenna ed è pronto allo strappo con la maggioranza in modo anche da poter decidere le prossime alleanze elettorali avendo le mani libere. Cappellacci, ieri, non ha perso tempo: conclusa la riunione della giunta ha convocato la maggioranza in un vertice notturno destinato a una valutazione della situazione. La situazione finanziaria della Regione che ha le casse in rosso profondo e la necessità di rinegoziare il patto di stabilità è il punto di partenza di ogni valutazione. Tra l’altyro ieri la giunta ha approvato altre due delibere in materia finanziaria: la rideterminazione del plafond annuale degli impegni e dei pagamenti in base al patto di stabilità interno e ancora il trasferimento di 380 milioni di euro dal Fondo di riserva per le spese impreviste su altri capitoli di spesa. Una pausa di riflessione sul bilancio di 6,6 miliardi di euro era stata auspicata anche dal presidente della commissione Bilancio, Pietrino Fois, che proprio ieri ha convocato per domani una riunione della commissione sulla vertenza entrate. Sulla decisione della giunta si sono levate diverse voci contrarie, sin dall’annuncio che l’assessore aveva fatto venerdì scorso in un convegno. «Non presentare il bilancio», ha commentato Paolo Maninchedda, «significa soltanto ovattare il clima prima delle elezioni politiche. Non fare il bilancio di previsione e non farlo seriamente come deve essere fatto, significa impedire che le dure scelte da fare interferiscano con la campagna elettorale». A giudizio di Maninchedda «le entrate sono più determinabili oggi di quanto non lo fossero ieri». Questo per via delle scelte fatte e delle sentenze della Corte costituzionale: «Dire che non si può fare il bilancio significa smentire tutta la politica di bilancio dei tre anni precedenti nei quali si sono sempre iscritte le maggiori entrate spettanti alla Regione». Calcoli esatti perché parificati dalla Corte dei conti nel 2010 e nel 2011. L’opposizione tuona: «Se la giunta non è in grado di fare il bilancio si dimetta», afferma Luciano Uras (Sel). Per l’opposizione (e per i sindacati sardi) non è più tempo di proteste formali alle quali è preferibile cercare di rilanciare il negoziato con il presidente del Consiglio Monti.

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