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L'unione sarda. Latte, prezzo 2013 a 80 centesimi

La richiesta: «Adesso è possibile remunerare di più i pastori»

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Gli allevatori sardi puntano in alto. Oggi il prezzo del latte ovino oscilla mediamente fra i 70 e 75 centesimi al litro. Ma l'asticella può arrivare anche oltre: fino a ottanta. «Attualmente il pecorino romano è venduto a 5,80 euro al chilo, un euro e mezzo in più di un anno fa», commenta Luca Saba, direttore regionale di Coldiretti. «Ciò significa che c'è il tanto per remunerare maggiormente i pastori».
L'INCONTRO Oggi pomeriggio, le associazioni degli allevatori sardi incontreranno l'assessore regionale dell'Agricoltura, Oscar Cherchi. Non sarà solo l'occasione per parlare di diversificazione delle produzioni di formaggio: durante il vertice si comincerà a discutere delle nuove trattative per definire il prezzo del latte nel 2013. E anche quest'anno, ammettono gli allevatori, non sarà facile spuntare una buona tariffa. «Nel 2012», incalza Saba, «siamo riusciti, vendendo il latte fuori dall'Isola, a portare il prezzo a 75 centesimi, creando non pochi malumori fra gli industriali che acquistano il latte per poi trasformarlo in formaggio. Ora, però, pensiamo che si possa andare oltre grazie al rialzo delle quotazioni del pecorino romano e a causa del calo delle quantità prodotte: nel 2011 si arrivava a 240 mila quintali oggi siamo a 110 mila».
LA SUPERCOOPERATIVA Questo pomeriggio, in assessorato, le associazioni degli allevatori rilanceranno sul consorzio di secondo grado controllato al 40% dalla Sfirs: «È un progetto che abbiamo proposto qualche mese fa e che ha incontrato l'interesse dell'assessore», commenta Saba. «In sostanza, si tratta di un organismo partecipato da tutte le cooperative sarde, produttrici di formaggio e guidato da un manager che si occuperebbe di vendere il formaggio in giro per il mondo. Abbiamo la necessità di spezzare l'oligopolio degli industriali», lamenta il direttore di Coldiretti. «I pastori hanno bisogno del libero mercato».
LA QUALITÀ «Purtroppo», ammette Elisabetta Falchi, presidente regionale di Confagricoltura, «il settore zootecnico ovino sconta da sempre un mancato accordo sul prezzo del latte. È un problema cronico che, oltre a incidere sulla remunerazione, si ripercuote negativamente sulla programmazione dell'attività delle imprese agricole». La scorsa annata, conferma Falchi, «i prezzi del latte oscillavano tra i 70-75 centesimi al litro, mentre per la prossima campagna il prezzo dovrebbe attestarsi tra 75 e 80 centesimi. Occorre, in ogni caso, orientare la politica del settore verso la qualità, la diversificazione e la destagionalizzazione. Ma è indispensabile rivedere i disciplinari di produzione del pecorino romano all'interno dei consorzi di tutela e, di conseguenza, l'applicazione diffusa delle griglie di qualità, oggi imposte unilateralmente dagli industriali».
Lanfranco Olivieri

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