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L'unione sarda. I sindaci: a settembre a Roma per trovare la soluzione definitiva

Sul Gennargentu una festa a metà

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LANUSEI L'embargo è finito, l'emergenza peste no. Sul Gennargentu si festeggia per l'apertura all'esportazione di carni di maiale, ma si guarda già avanti. Il 12 settembre al Ministero, insieme all'assessore regionale della Sanità Simona De Francisci, ci saranno anche loro, i nove sindaci dei comuni del Gennargentu che stanno già preparando una proposta per il ministro Lorenzin. Arzana, Gairo, Villagrande, Talana, Urzulei, Baunei, Orgosolo, Fonni e Desulo in comune hanno la stessa tradizione, quella del pascolo brado dei maiali che, però, da queste parti, viene effettuato quasi esclusivamente sulle terre civiche. Una specificità che ha spinto più volte gli amministratori locali a chiedere di poter collaborare alla stesura dei piani di prevenzione della peste che negli anni sono stati attuati senza troppo successo.
LA MEDIAZIONE Marco Melis, sindaco di Arzana, è da sempre in prima linea nell'eterna mediazione tra le ragioni della politica sanitaria e quelle degli allevatori. Il primo ad aver costruito le porcilaie comunali da affidare ai privati per rinchiudere i maiali clandestini. «Finalmente abbiamo ottenuto quello che chiedevamo da tempo: poter incontrare il ministro per illustrare qual è veramente il problema». Il problema è che i maiali hanno un padrone, ma non una casa, che vagano per le campagne e i boschi poco fuori dal centro abitato, si nutrono anche delle carcasse di altri animali e favoriscono l'espandersi della malattia.
CARTA BIANCA L'ultimo tentativo di arginare il problema è stato quello di offrire agli allevatori la possibilità di mettersi in regola. I proprietari dei maiali allo stato brado avrebbero potuto registrarli in Comune e poi alla Asl senza andare incontro ad alcuna sanzione. Dopo l'entusiasmo iniziale, però, la faccenda si è risolta con un nulla di fatto o poco più. I registri sono rimasti pressoché immacolati perché in base al piano regionale, qualora un controllo sanitario della Asl avesse individuato in uno degli allevamenti un capo positivo alla malattia, anche gli altri sarebbero stati abbattuti. Un rischio troppo alto per gli allevatori che hanno deciso di aspettare tempi migliori. Forse arriveranno dopo il 12 settembre.
Mariella Careddu

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