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L'unione sarda. La Regione “cade” sul francese

Polemica sugli slogan della campagna pubblicitaria promossa a Parigi

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La guerra dei numeri sul turismo sardo, per un giorno, diventa disputa sulle parole. Una diatriba che divide Italia e Francia per una pubblicità che la Regione ha promosso nel paese transalpino a caccia di turisti. Foto della Sardegna e slogan ammiccanti, che però sarebbero incappati, secondo quanto sostenuto da alcuni siti on line e da un quotidiano sardo, in più di un errore lessicale. Così, l'assessorato del Turismo, che già aveva sostenuto appena qualche settimana fa, una dura battaglia mediatica con il consorzio del Grana padano sullo slogan utilizzato dalla Regione per attrarre vacanzieri nell'Isola (“Sardegna, tutta un'altra storia”), ora si ritrova nel bel mezzo di una nuova pesante polemica. Con la “Rete” che si scatena sul presunto incidente linguistico e decine di post ironici sul francese messo in mostra dagli uffici regionali.
LA POLEMICA Lo scontro, dunque, nasce dalle parole utilizzate per gli slogan della pubblicità inserita nell'edizione del 17 luglio del settimanale francese “Express”. Forme letterali che secondo molti esperti nostrani della lingua di Napoleone sarebbero non proprio corrette o quantomeno utilizzate in maniera discutibile.
LA REPLICA La risposta della Regione non si è fatta attendere e dall'assessorato, dopo una giornata passata a verificare la questione, hanno fatto sapere che la campagna pubblicitaria è tutto tranne che bislacca. «Non fosse altro che per un fatto: la stessa pubblicità vista sulle pagine dell'Express, è stata impaginata anche da Le Monde e Le Figaro, due giornali nei quali i direttori controllano anche la correttezza delle pagine pubblicitarie. Quindi, se ci fossero stati degli errori grammaticali, non sarebbe certo stata inserita tra le colonne dei giornali», spiegano dall'assessorato.
Inoltre, da viale Trieste viene spiegato che il linguaggio usato dalla pubblicità «non è il francese scolastico che si può utilizzare per una semplice traduzione: le formule linguistiche del marketing sono più complesse», è la conclusione. Peraltro, se anche ci fossero delle responsabilità, non sarebbero certo da attribuirsi all'assessorato regionale, «che ha bandito una gara, vinta da una società pubblicitaria qualificata, che ha utilizzato traduttori professionali per trovare le formule giuste per la campagna mediatica». Insomma, l'immancabile polemica agostana sulla campagna di marketing della Regione è durata lo spazio di 24 ore. Da oggi sarà tutta un'altra storia.

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