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L'unione sarda. Ottocento voci disperate

BENI CULTURALI. Gli operatori: «Senza stipendio e futuro, aiutateci»

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ABBASANTA Ritardi nei pagamenti regionali e amministrazioni che propongono gare d'appalto e altri generi di affidamenti di musei e nuraghi nonostante la proroga della Regione sino al 2015. «Ci sentiamo gli ultimi degli ultimi. Siamo penalizzati e il nostro lavoro non viene riconosciuto. Ma nonostante tutto continuiamo a garantire servizi per i visitatori». È il grido d'aiuto dei lavoratori del settore dei beni culturali in Sardegna.
Una protesta rafforzata da 800 voci, tanti quanti sono gli operatori che gestiscono musei, siti archeologici e ambientali, biblioteche e archivi. Giovani di oggi e giovani che lo erano trent'anni fa, ora diventati adulti, che si sono ritrovati in assemblea ad Abbasanta per sollecitare un rinnovato impegno della classe politica regionale. «È un momento critico», ha detto Alberto Pusceddu, della cooperativa Sa Jara Manna di Gesturi, uno dei portavoce del comitato “Nessuno a casa”. «Ci sono pesanti ritardi nei pagamenti. Inoltre molti Comuni pubblicano gare d'appalto nonostante la proroga. E la proposta di legge su una Fondazione dei Beni culturali per la nostra stabilizzazione, nonostante sia stata licenziata dalle commissioni Bilancio e Cultura del Consiglio regionale e condivisa da tutti i gruppi politici, non ha ricevuto ancora il via libera dell'Aula».
Difficoltà pesanti per chi lavora ogni giorno per promuovere i tesori culturali isolani. «Non riceviamo stipendi da gennaio e il Comune ci è venuto incontro per versare i contributi», ha spiegato Nando Patarino, della cooperativa “Il Cigno”, 14 persone che si occupano del museo dell'Intreccio di Castelsardo. «Magari questa proposta di legge non sarà la migliore. Se a qualcuno non piace, che trovino un'altra soluzione», ha aggiunto Ignazio Marci di “S'Eremigu”, otto figure per il percorso museale di Seui. «Eppure noi per 365 giorni all'anno manteniamo il sito aperto, neanche una giornata di chiusura», ha concluso Patrizia Carta della cooperativa “Paleotour”, nove operatori al nuraghe Losa di Abbasanta.
Antonio Pintori

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