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L'unione sarda. Gli operatori turistici della Sardegna: «Lo Stato fa scappare i vacanzieri»

La burocrazia è eccessiva e il tetto al contante limita l'arrivo di stranieri

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I blitz fiscali negli alberghi, nei locali o nei ristoranti scalfiscono la voglia di consumo dei turisti. Tra controlli, occhi indiscreti e tracciabilità delle spese, il cliente potrebbe decidere di guardare oltre, verso altre mete. È la paura degli operatori del settore. Il grido d'allarme suona forte e chiaro: «Non si può partire dal presupposto che siamo tutti delinquenti», lamenta Mirko Murgia, albergatore e presidente della sezione turistica di Confapi. «Lo Stato mostra i muscoli, ma non fa altro che danneggiare l'immagine dell'Italia, e della Sardegna, nel mondo».
L'EFFETTO PSICOLOGICO Secondo Giorgio Maccioccu, presidente regionale di Federalberghi, il rischio di una fuga di turisti non è poi così remota: «Qui non si tratta soltanto dell'impossibilità di spendere contanti, anche perché la maggior parte dei clienti usa la carta di credito», dice l'imprenditore. «Il problema è che potrebbe scattare un effetto psicologico negativo». Ossia? «Se so di essere controllato nelle mie spese, per evitare scocciature è probabile che vada in un altro Paese, nella consapevolezza che starò tranquillo». D'altra parte, ammette Macciocu, «se vado in Inghilterra o in Francia non vengo trattato allo stesso modo. La realtà», ammette il presidente di Federalberghi, «è che ci stiamo facendo del male da soli, a vantaggio dei nostri concorrenti».
I CONTROLLI Anche le limitazioni sull'utilizzo del contante potrebbero creare grattacapi. «Un russo, come un qualsiasi extracomunitario, può pagare cash fino a 15 mila euro», spiega Lorenzo Lorenti, presidente regionale della sezione turismo di Confindustria. «In ogni caso, per qualsiasi pagamento in contanti fino a quella cifra, l'albergatore deve chiedere al turista un'autocertificazione sul suo paese d'origine e una fotocopia del suo passaporto. E c'è di più», aggiunge Lorenti. «L'albergatore dovrà emettere fattura e versare in banca ogni singolo pagamento in contanti effettuato dal turista. Mi sembra evidente», osserva Lorenti, «che tutto questo crei noie al cliente e un aggravio di attività per l'albergatore». Lo sguardo vigile del fisco non risparmia nemmeno i vacanzieri europei. «Se un albergatore», incalza Lorenti, «preleva dalla carta di credito di un francese o di uno spagnolo una cifra superiore ai 3500 euro, deve chiedergli il codice fiscale. Alla faccia della discrezione e della riservatezza».
GLI ITALIANI E i turisti italiani che fine faranno? «Negli ultimi anni abbiamo assistito a un progressivo calo del flusso di connazionali nelle strutture ricettive», commenta Sandro Salerno, presidente regionale di Assoturismo. «Ma con questi blitz si rischia di peggiorare la situazione». Per Salerno, «l'evasione è un problema molto serio, ma andrebbe affrontato all'interno di una nuova politica turistica, che faccia leva principalmente sul sistema dei trasporti e su una maggiore promozione del territorio. Gli italiani», conclude Salerno, «hanno praticamente abbandonato la Sardegna, mentre gli stranieri - soprattutto dal Nord Europa - resistono solo grazie ai voli a basso costo».
Lanfranco Olivieri

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