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L'unione sarda. Candidati, è caos-date

Sel e altri partiti chiedono di rinviare la consultazione Il Pd prende tempo. Barracciu: vogliono far saltare tutto

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La decisione sul rinvio è rinviata. Il centrosinistra trova sempre il modo di stupire. L'ultimo caso riguarda la scadenza per le candidature alle primarie: fissata, in teoria, per giovedì 8. Ieri però Sel ha proposto al vertice di coalizione uno slittamento. Per ora nessun verdetto, il segretario del Pd Silvio Lai ha chiesto 24 ore per sondare gli umori nel partito. Ma la sola ipotesi sta scatenando una mezza guerra.
REAZIONI Contrarissima Francesca Barracciu, già in corsa per la competizione del 29 settembre, che chiede a Lai «l'immediata convocazione della direzione regionale del Pd» e sospetta che dietro il rinvio si nasconda «il folle tentativo di non fare le primarie». Una richiesta di convocazione della direzione arriva anche da Mario Bruno e Lalla Pulga (non certo “area Barracciu”). Pare che a loro due, in serata, la presidente dell'assemblea regionale Daniela Porru abbia risposto che «da informazioni assunte, non ci sarà disponibilità del Pd a un rinvio». C'è chi ipotizza un doppio binario: per il Pd resta la data di giovedì, per gli altri no.
LA PROPOSTA DI SEL «Il quadro nazionale è in movimento, il ricorso del governo getta incertezza sulla legge elettorale sarda», spiega Francesco Agus, che ha rappresentato Sel al vertice. E c'è la confusione dovuta alle tante candidature del Pd. Meglio «sburocratizzare» le primarie, dice Agus, e far coincidere le candidature con la consegna delle firme, il 2 settembre.
Sel va in pressing anche col deputato Michele Piras («riflettiamo o andiamo a sbattere») e il senatore Luciano Uras. Per quest'ultimo, un no del Pd servirebbe solo a «evitare che altre forze politiche possano presentare candidature, garantendo al Pd di vincere facilmente»: ma rischiando «uno scollamento della coalizione».
ALLEANZA A RISCHIO Anche per il vicesegretario Idv Salvatore Lai «il rinvio è essenziale per l'unità della coalizione». Roberto Capelli (Centro democratico) propone che «il Pd faccia primarie interne e indichi un solo candidato a quelle di coalizione»: e lo ribadisce in una nota firmata anche da Idv, Upc, Sel e dal segretario Psi Peppino Balia.
«Se resta il termine di giovedì - avverte Enrico Piras (Upc) - ci tiriamo fuori dalle primarie. E chiederemo un incontro urgente del centrosinistra per verificare se restare in coalizione». Anche perché «è assurdo bloccare le candidature prima di accordi con nuovi alleati, come i sovranisti». In effetti l'intesa col Partito dei sardi di Paolo Maninchedda e Franciscu Sedda, che sembrava fatta, è sospesa a metà (ieri al vertice non c'erano). E qualcuno insiste sul veto alla candidatura di Maninchedda alle primarie. Fatti che potrebbero rafforzare, nel Partito dei sardi, le voci di chi preme per una terza via, senza alleanze né col Pd né col Pdl.
LA SINISTRA Contro il rinvio il segretario del Pdci Alessandro Corona: «Non condividiamo il tentativo di modificare regole definite, collegialmente, poche settimane fa». Se accadrà «non sarà un problema, per noi, rinunciare alla competizione». E Giovannino Deriu, coordinatore del Prc, ricorda di aver accettato le primarie pur preferendo altri metodi: «A questo punto non ci si chieda di modificare un percorso già stabilito nei minimi dettagli».
Giuseppe Meloni

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