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L'unione sarda. Botte in piazza al turista

Gang di ventenni ubriachi aggredisce un imprenditore in vacanza Un ragazzo denunciato per lesioni, caccia aperta agli altri complici

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di Paolo Carta
VILLASIMIUS La lite è nata per uno sguardo o una parola di troppo. Il turista lombardo Paolo Langhi, 47 anni, imprenditore di Busto Arsizio nel settore dei macchinari industriali, stava passeggiando insieme alla moglie Angela in pieno centro a Villasimius, nei pressi della piazzetta, lunedì a mezzanotte, quando ha incrociato un gruppo di ragazzi di Villasimius intorno ai vent'anni visibilmente ubriachi. Uno di loro è andato a sbattere violentemente contro una serranda, Langhi si è voltato di scatto per il rumore della ferraglia.
«Cos'hai da guardare?».
«Niente».
«Allora pensa a te, scemo».
«Scemo a chi?».
Il ventenne di Villasimius a questo punto avrebbe smesso di parlare per sferrare un pugno in faccia al vacanziere di Busto Arsizio.
«Ho cercato di difendermi», racconta Paolo Longhi, «ma sono stato bloccato e scaraventato a terra da altri 6-7 giovani, gli amici del mio aggressore».
Certo, i pugni, i calci, in faccia, al petto, al bassoventre, alla schiena, gli hanno fatto male. Molto male. Volto tumefatto, schiena lo stesso, un occhio quasi chiuso. Ma al turista arrivato da pochi giorni in Sardegna dal Nord Italia ha ferito più il comportamento «omertoso e indifferente» di chi è è trovato ad assistere a una scena di una violenza che si può descrivere soltanto con la paura capace di atterrire i presenti e con quel che è accaduto in seguito: l'intervento della Guardia medica, il trasporto all'ospedale San Marcellino di Muravera, il ricovero d'urgenza, la cura delle ferite, gli accertamenti diagnostici (tac e radiografie) per escludere la presenza di eventuali lesioni interne al cranio, all'addome, alla schiena.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Villasimius: immediate le indagini, ieri sera poi è scattata una denuncia per lesioni ai danni del primo aggressore di Paolo Langhi, immediatamente identificato dalle forze dell'ordine.
Indagine tutt'altro che conclusa: oggi i militari interrogheranno Paolo Langhi, la moglie e altri due loro amici di Reggio Emilia, vicini di villetta a Villasimius, testimoni del fatto. Si tratta di un reato perseguibile soltanto in seguito a una querela, che Paolo Langhi ieri sera ha firmato: «Mi hanno rovinato la vacanza, mi hanno aggredito con una violenza inaudita e per niente». Soprattutto i carabinieri coordinati dal comandante della Compagnia di San Vito, Federico Loiacono, saranno chiamati a cercare di rintracciare gli altri ragazzi che hanno malmenato il turista colpevole soltanto di essersi trovato nel momento sbagliato nel posto sbagliato. Perché il motivo dell'aggressione sarebbe proprio un atto di volgare prepotenza, anche perché il turista smentisce che il diverbio sia nato da alcuni apprezzamenti poco eleganti pronunciati da qualcuno dei componenti della gang nei confronti della moglie del turista e dalla sua reazione. «Un'aggressione senza nessun motivo, quei ragazzi sono violenti e disturbati, sempre in preda dell'alcol e forse anche della droga un pericolo per tutti», dichiara Langhi.
Il fatto ha destato molto scalpore a Villasimius, che ogni notte, da trent'anni a questa parte, ospita la tradizionale passeggiata nella strada commerciale, spesso animata da musica e spettacoli. E che basa l'intera economia proprio sull'accoglienza ai turisti, al punto che praticamente la disoccupazione è scomparsa.
«Stiamo pensando di andar via da Villasimius in anticipo rispetto ai programmi», ha dichiarato Langhi all'uscita dell'ospedale di Muravera. Poi le parole di condanna del gesto pronunciate dal sindaco Tore Sanna con tanto di scuse ufficiali da parte della cittadinanza, lo hanno fatto desistere: «Non identifico certo i sardi con quei balordi che mi hanno aggredito: Villasimius non ha nessuna colpa».

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