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L'unione sarda. Terrore a Ghilarza

Allevatore ustionato mentre tenta di salvare il bestiame, ricoverato al centro di Sassari anche un ex commerciante

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GHILARZA Un inferno di fuoco. Senza precedenti. Bisognava esserci a Ghilarza, nelle campagne vicine al paese. Verso la chiesetta di “Trempu” col suo novenario e i suoi boschi. Gli oliveti e qualche vigneto. Bisognava esserci perché anche a raccontarla col vice sindaco Francesco Miscali questa giornata «mostruosamente d'inferno» non rende neppure un po' l'idea di quello che è successo. Due ricoverati al centro grandi ustionati di Sassari, uno grave. Bestiame incenerito, più di duemila ettari di boschi, oliveti, pascoli in fumo. Decine di aziende agricole danneggiate. Bruciata anche un'abitazione. Strade bloccate.
Un disastro senza uguali. Scene da film. Nelle strade del paese cenere e fuliggine arrivavano dal cielo grigio-fumo come folletti impazziti, addosso un puzzo acre. Su tutti e su tutto il volo dei Canadair dal ventre gonfio d'acqua succhiata dal lago Omodeo, degli elicotteri che volteggiavano quasi a sfiorare il campanile della chiesa per piombare col suo carico a “Trempu”, “Caredda”. E ancora giù verso il lago, Boroneddu, Tadasuni, Soddì, Zuri. I sibili delle cisterne dei Vigili del fuoco, i lampeggianti delle auto dei Carabinieri. Le sirene delle ambulanze.
Centinaia di migliaia di euro di danni o forse parecchi di più. I feriti. Ubaldo Miscali, allevatore di 30 anni, il più grave. Soccorso dall'ambulanza dal 118 è stato immediatamente trasportato al Delogu di Ghilarza e, dopo le prime cure, all'ospedale di Sassari, centro grandi ustionati, con gravi ustioni in molte parti del corpo. La prognosi è riservata. I medici starebbero valutando il trasferimento a Bologna. L'allevatore è rimasto ustionato mentre tentava di mettere in salvo la sua azienda a Trempu. Una lotta impossibile, le fiamme alimentate dallo scirocco in un attimo l'hanno avvolto. Provvidenziale è stato l'intervento di un altro allevatore, Giuseppe Mele, anche lui come tanti altri impegnato nella difesa dell'azienda e nel tentativo di salvare il bestiame. Col cellulare ha chiamato i soccorsi. Un elicottero si è levato in volo, trasportando Ubaldo Miscali prima all'ospedale di Ghilarza e poi in quello di Sassari. In un primo momento si temeva anche per Giuseppe Mele che accusava un malore per la temperatura salita ormai alle stelle e il grande fumo. Una leggera intossicazione, niente di grave. Più gravi ma non preoccupanti le condizioni del secondo ustionato, Mario Corrias, ex commerciante di materiale elettrico e proprietario di una azienda vicina al paese messa su dopo che aveva abbandonato il commercio. Anche lui è rimasto ustionato nel tentativo di salvare il salvabile.
A Ghilarza grande paura anche per tre volontari di cui si erano persi i contatti per alcune ore ma solo perché i cellulari avevano perso il campo.
Il consuntivo è pesante, «senza parole», aggiunge Francesco Miscali in prima linea con tanti altri. I danni sono enormi: un centinaio di pecore e una ventina di vitelli morti. Fienili e stalle danneggiate. E il conto è ancora impreciso, purtroppo per difetto. C'è chi, come Stefano Satta, ha perso anche la casa costruita neppure un anno fa. Non c'è più: bruciata. Senza contare i danni ambientali di un territorio ricco di boschi. Per tutto il giorno i Vigili del fuoco hanno lavorato senza sosta, poi sono arrivati i Canadair e gli elicotteri. Solo alle 9 di sera la strada 131 bis verso Ghilarza è stata riaperta al traffico e così anche gli accessi da Boroneddu e Tadasuni.
Le fiamme alte anche trenta metri hanno raggiunto anche i territori di Zuri e Boroneddu. Nei due piccoli centri molti abitanti si sono riversati nelle strade per seguire con grande paura l'avanzare del fuoco. Il sindaco Fabrizio Miscali è rimasto impegnato per ore insieme a tanti altri volontari per bloccare l'incendio che minacciava la zona boscata di Su Montigu, famosa per le sue querce secolari. A Boroneddu attimi di grande paura per due aziende. Una ha subito grossi danni mentre si è riusciti a mettere in salvo il bestiame che si trovava ricoverata in un'altra stalla vicina.
Secondo i primi accertamenti il fuoco sarebbe partito dalle campagne di Paulilatino e molti sono gli indizi che portano a ritenere che si sia trattato di un incendio di natura dolosa. Si parla infatti di inneschi diversi, almeno quattro, disposti in punti diversi quasi a cerchio. Le fiamme sospinte dallo scirocco hanno avanzato velocemente scavalcando con facilità le strade di campagna e le provinciale che da Paulilatino porta a Ghilarza e al Barigadu. Lingue di fuoco sempre più alte hanno prima aggredito il novenario di Trempu e poi le campagne di Caredda. E Ghilarza era lì, a due passi, che pregava col terrore addosso.
Antonio Masala

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