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L'unione sarda. Due balenottere giocano in mare a Capo Comino

Pescatori sorpresi

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Da anni i tre pescatori hobbisti nuoresi se ne vanno per mare di buon mattino spinti dalla propria passione. Ma ieri mamma Natura - con la complicità dell'Uomo e di un clima in decisa trasformazione - aveva in serbo per loro una bella sorpresa: due balenottere a largo del faro di Capo Comino, a circa cinque miglia dalla costa, che Antonello Delogu, sua moglie Sara e Giuseppe Onnis, l'inseparabile amico che solitamente guida il natante che utilizzano per pescare, non dimenticheranno mai.
IL RACCONTO È ancora forte l'emozione mentre rievocano quegli istanti: «Avevamo appena calato il bolentino», racconta Delogu, «come tante altre volte abbiamo fatto, quando a un certo punto a circa 20 metri da noi sono comparse delle sagome piuttosto lunghe che in un primo momento ci sono sembrati dei tronchi o qualcosa del genere. Ma a ben guardare qualcosa ci diceva che non si trattava di masse inerti, così abbiamo continuato a osservare nel tentativo di capire meglio. A un certo punto il colpo di coda quasi improvviso che, devo essere sincero, un po' di impressione ce l'ha fatta. Solo allora ci siamo resi conto che si trattava di due balenottere, forse un maschio e una femmina, o magari una madre con il proprio piccolo. Siamo riusciti ad avvicinarci fino a circa 15 metri, di più non ce la siamo sentita vista la mole dei due cetacei. Per fortuna Pinuccio ha avuto la prontezza di prendere la videocamera e immortalare il momento in cui l'animale si è mosso. Meraviglioso, il mare questa volta ci ha fatto un grande dono».
TROPICI IN CASA Trattiene a stento la forte suggestione provocata da un'esperienza più unica che rara. «Certo, ormai ci stiamo abituando ai cambiamenti nel nostro Mediterraneo. Ci capita sempre più spesso di imbatterci in pesci tropicali. Uno per tutti il pesce serra, ma anche delle mante enormi, paurose, non a caso chiamate diavoli del mare, che sfrecciano sotto la barca. Quello delle balenottere è però un regalo davvero speciale, lo ricorderemo per tutta la vita».
Francesca Gungui

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