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L'unione sarda. Laconi sotto assedio

Evacuati seicento abitanti del paese di Sant'Ignazio Isili, allontanati i detenuti della colonia penale per il fumo

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LACONI «Noi sopravviviamo. Triste destino per chi non ha più le aziende e gli animali uccisi dal fuoco». Parole rotte dal pianto di Antonietta Soddu, una degli ospiti della Casa di riposo di Laconi, spostati sino al tardo pomeriggio di ieri nel vicino cineteatro. È l'immagine del dolore e dell'incubo vissuto per oltre 24 ore dalla comunità del Sarcidano, paese natale di Sant'Ignazio, per un vasto incendio che ha minacciato il centro abitato. In tanti si sono rivolti al fraticello per chiedere che venisse scongiurato il pericolo che il rogo arrivasse in paese. Lo hanno fatto anche in parrocchia una parte dei 600 cittadini evacuati dalle proprie abitazioni. Gli altri nelle scuole e nel cineteatro. Per fortuna intorno alle 19 le ordinanze sono state revocate e tutti sono tornati a casa.
L'INCUBO Una giornata da incubo con numeri che raccontano la devastazione di una delle zone interne isolane di maggior pregio ambientale. Almeno 1.500 gli ettari andati in fumo a causa dell'incendio partito nella tarda mattinata di mercoledì dalla zona industriale di Isili e che poi si è esteso ai territori di Nurallao e Laconi. Un bollettino di guerra che registra anche un incidente a Nurallao: un dipendente dell'Ente foreste, caduto in un dirupo in piena notte, si è fratturato un braccio e due costole.
L'EMERGENZA Il paese di Fra Natziu ha vissuto l'emergenza più preoccupante. Già mercoledì pomeriggio erano state evacuate le 15 famiglie della borgata de Su Lau. Durante la notte il fronte del fuoco è ripreso per il forte vento a “Is Forrus”. Quasi un beffardo gioco del destino a pochi metri dal monumento che ricorda i quattro aviatori caduti il 29 agosto del 1985 mentre cercavano di domare un rogo. Proprio a “Is Forrus” le fiamme sembravano domate ieri mattina ma a mezzogiorno l'incendio è ripartito da Santa Sofia, dirigendosi pericolosamente verso Laconi. Distrutto il bosco di Funtanamela e la pineta sopra il parco Aymerich. Intorno alle 14, quando era minacciato il parco urbano più grande della Sardegna ed il centro abitato, la decisione del sindaco Paolo Pisu dal centro operativo comunale: evacuazione per 150 famiglie, 600 cittadini. Quasi un terzo della comunità di poco meno di 2000 abitanti. I residenti nella borgata di Santa Sofia e dei rioni di Curruru 'e Monte, Bingixedda e Flumini sono stati spostati nelle scuole e nel cineteatro. Quelli di Pauli, via Sant'Ignazio e Sant'Antonio in chiesa.
LA PAURA «Vedere il fuoco vicino e non sapere quando si può tornare a casa è un incubo», ha confessato Stefania Fulghesu, 22 anni. Ci sono tornati alle 19. Ma c'è chi ha mantenuto il sangue freddo. «Ho suonato e ho chiamato tutte le mie vicine. In questi casi bisogna aiutare chi ha bisogno», ha detto Antonietta Corongiu di 83 anni. «Ho pensato tutta la notte a questa disgrazia», ha ribadito Antonietta Meloni, vecchietta della comunità alloggio. Per gli scout fuggiti dal loro campo: «Il fuoco sembrava il sole che sorgeva, ma era notte».
LA COLONIA PENALE In campo cinque elicotteri, tre canadair, carabinieri della compagnia di Isili diretti dal comandante, il capitano Michele Cappa, vigili del fuoco, forestali, Ente foreste, protezione civile e decine di volontari. A Laconi c'era anche Carlo Masnata, comandante regionale del Corpo forestale. Ieri, intorno alle 14, le fiamme sono ripartite anche a Nurallao, a Fontana Is Arinus. Sul posto il sindaco Gianni Dessì. Verso le 17,30 è stata evacuata la colonia penale di Isili per il grande fumo.
CAPPELLACCI Da Laconi gli appelli allo Stato della politica locale e regionale. C'è tristezza e nervosismo. Qualcuno contesta il governatore Cappellacci. «È una vergogna che ieri ci abbiano tolti i Canadair alle 10. Un buco di alcune ore fatale per il territorio», accusano il sindaco Paolo Pisu e il presidente del Consiglio comunale Simona Corongiu. «Il Governo deve capire la condizione insulare della Sardegna», aggiunge il deputato del Pdl Mauro Pili. «Meglio comprare due F35 in meno e 8 canadair in più», incalza l'assessore regionale all'Ambiente Andrea Biancareddu. «Da tempo abbiamo chiesto allo Stato interventi più incisivi - spiega Ugo Cappellacci - il governo ha avuto l'ennesima dimostrazione di quali aerei siano necessari».
Antonio Pintori

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