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L'unione sarda. Trenta ore di puro terrore

LA CRONACA. Le popolazioni di tre centri senza un attimo di respiro

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LACONI L'incubo delle fiamme in Sarcidano inizia all'ora di pranzo.
Mercoledì, ore 12,30 Il rogo parte dalla zona industriale di Isili e raggiunge Nurallao.
Ore 15 Il territorio è in piena emergenza. Le alte temperature e lo scirocco alimentano fiamme alte decine di metri a Nurallao nel bosco di Monte Taccu e Fontana Is Arinus, da dove poi si dirigono minacciose a Laconi.
Ore 15,45 Il sindaco di Laconi Paolo Pisu fa evacuare 15 famiglie della borgata di Su Lau. Assemblea pubblica nella chiesetta.
Ore 20 Il primo bilancio di una giornata da incubo: almeno 500 ettari distrutti fra Isili, Nurallao e Laconi. Volano via i mezzi aerei e il vento sembra concedere una tregua. Ma è solo una breve illusione.
Ieri, ore 1,30 Il rogo dalla pineta di Pitzu Rubiu a Laconi sale verso Is Forros. Il paese è minacciato.
Ore 3 Il primo cittadino chiama a raccolta la popolazione con un bando.
Ore 3,30 Evacuati i rioni delle parte bassa di Laconi. Spostati gli anziani della casa di riposo nel cineteatro e gli scout prima nell'oasi francescana e poi nelle scuole.
Ore 8 Ritornano canadair ed elicotteri.
Ore 10 L'incendio sembra domato. I canadair vanno via.
Ore 12 Laconi è di nuovo assediata dal fuoco, che da S. Sofia si sposta verso il centro abitato.
Ore 13,30 I primi due canadair
Ore 14 L'incendio sfiora il parco Aymerich, il sindaco fa evacuare Santa Sofia e 6 rioni.
Ore 14,30 Centocinquanta famiglie in chiesa, scuole e cinetatro.
Ore 16 A Laconi arrivano tutti: il governatore Ugo Cappellacci, l'assessore regionale all'Ambiente Andrea Biancareddu e il deputato del Pdl Mauro Pili.
Ore 19 I cittadini rientrano a casa. L'assessore all'Agricoltura Oscar Cherchi: «La Regione aiuterà le aziende agricole». Almeno 1500 gli ettari bruciati nei tre paesi. ( an. pin. )

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