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L'unione sarda. Primarie, i candidati sono sei E l'area Soru sceglie Barracciu

In corsa anche Deriu, Ganau e tre outsider. Sfuma l'idea Pigliaru

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Quattro erano sicuri, il quinto un'incognita, il sesto è una sorpresa per tutti. E poteva esserci persino il settimo candidato alle primarie del centrosinistra, se fosse andato in porto il tentativo di coinvolgere anche Francesco Pigliaru. Ma poiché il professore non è della partita, ecco i nomi veri: Francesca Barracciu, Roberto Deriu, Gianfranco Ganau, Simone Atzeni, Andrea Murgia e Maurizio Piras.
I NOMI I primi tre sono i pezzi grossi del Pd. Annunciatissimi, così come Atzeni, proposto dal Partito socialista. Su Murgia (candidato da un'area di giovani e non, Pd e non, vicini a Civati e non) giravano voci. La sorpresa è Maurizio Piras, 31 anni, consigliere provinciale ogliastrino, Idv ma in rotta col vertice del partito. Ha recapitato la candidatura in via Emilia, sede cagliaritana del Pd, dove nessuno sapeva chi fosse e qualcuno pensava a uno scherzo.
LE TRATTATIVE Di due grandi manovre in corso ieri, non è andata a buon fine quella della candidatura Pigliaru. Le indiscrezioni dicono che sull'ex assessore al Bilancio (Giunta Soru) si è risvegliato in extremis l'interesse della parte del Pd vicina al segretario Silvio Lai e ad Antonello Cabras, col gruppo Fadda non ostile. Ma Pigliaru, tecnico di grande prestigio e apprezzato da tutti, poteva essere una sintesi unitaria (o quasi), non l'alfiere di una fazione. E poiché l'ampia convergenza non c'è stata (forse anche per strascichi degli antichi attriti con Soru), l'idea è tramontata.
Si è chiusa invece l'altra operazione, il patto tra Francesca Barracciu e l'area vicina a Renato Soru. Dopo due giorni di riunioni, un faccia a faccia tra i due ha siglato l'accordo sintetizzato in un documento diffuso a tarda sera, con una cinquantina di firme illustri (ma non quella di Soru): la prima è il vicepresidente del Consiglio regionale Mario Bruno, seguono tra gli altri Marco Espa, Caterina Pes, Tore Cherchi, Guido Melis.
PROGRAMMI Barracciu è stata l'ultima a farsi viva in via Emilia. Il primo, come al solito, Roberto Deriu: «La mia è una candidatura indipendente», ha ribadito, «non ho chiesto permesso a nessuno. Sono un libero professionista dell'area popolare». Il presidente della Provincia di Nuoro propone un Consiglio regionale dedicato a «superleggi» che riformino la burocrazia, rilancino lo sviluppo, aprano «un grande negoziato sui trasporti». Il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, che ha inviato la candidatura per via telematica, dice invece di voler dar voce alla «nuova classe dirigente cresciuta negli enti locali al tempo della crisi», e ha in mente di stravolgere il sistema dei 37 enti regionali «inefficienti».
Meno noti gli altri candidati. Per Simone Atzeni, economista e consulente di aziende ed enti pubblici, «le primarie possono rilanciare il Psi. Nel nostro programma c'è l'idea di incorporare l'identità dei sardi nei nostri prodotti e servizi. E niente zona franca integrale: meglio la zona franca del lavoro, per tagliare il cuneo fiscale».
Andrea Murgia, 41 anni, funzionario della Commissione europea, candidato nel 2009 nel listino di Soru, vorrebbe «meno burocrazia e più servizi per il cittadino, e un'amministrazione che valorizzi l'ambiente». Autosospeso dal Pd dopo il siluro a Prodi per il Quirinale, dunque non civatiano come alcuni suoi sostenitori: «Rifiuto ogni etichetta nazionale, mi sento autonomista». Infine Maurizio Piras: «La decisione di candidarmi l'ho presa con alcuni amici, per dare voce a un'area trasversale al centrosinistra. Non ci piace la politica clientelare, e pensiamo che l'opposizione dovesse essere più dura con Cappellacci».
Giuseppe Meloni

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