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La nuova sardegna. Autopsia per il dodicenne ucciso a caccia

Nuoro, la decisione del magistrato fa cadere la possibilità dell’espianto. Oggi sarà interrogato chi ha premuto il grilletto

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di Angelo Fontanesi

NUORO Dopo l'immenso dolore per la morte del piccolo Andrea Cadinu avvenuta avanti ieri notte, per i genitori e familiari del dodicenne nuorese è continuata per tutta la giornata di ieri, e sarà così anche per tutto oggi, la straziante attesa di riavere la salma del bambino per poterle dare cristiana sepoltura. Il sostituto procuratore Laura Taddei, che conduce le indagini sul caso, ha infatti dato disposizione perché venga effettuata l'autopsia sul cadavere affidando l'incarico all'anatomopatologo Vindice Mingioni. Una prassi consueta in casi di morte violenta, fissata per questa mattina alle 12 all’ospedale San Francesco, dalla quale, comunque, non ci si attende niente di nuovo o di importante sul fronte investigativo, ma che di fatto ha impedito l’espianto degli organi di Andrea, nel caso in cui i genitori avessero optato per la donazione. La causa del decesso di Andrea Cadinu è sostanzialmente chiara ed è direttamente consequenziale ai devastanti danni provocati al cervello dal pallettone che lo ha colpito alla testa. Proiettile estratto durante l'intervento chirurgico effettuato nell'immediatezza del ricovero del ragazzino, a poche ore dal tragico incidente di caccia occorsogli domenica mattina nella campagne di Irgoli verso le 9.30 mentre insieme al padre Nicola e al fratello più grande Francesco assisteva ad una battuta al cinghiale. La salma di Andrea, salvo complicazioni, potrebbe dunque venire restituita alla famiglia nella tarda serata di oggi e a questo punto i funerali dovrebbero essere celebrati domani. Sul fronte delle indagini molto più importante è invece l'interrogatorio di Francesco Paletta – l'ex brigadiere dei carabinieri residente a Irgoli dal cui semiautomatico calibro 12 caricato a pallettoni è partita la tragica fucilata che ha colpito a morte lo sventurato ragazzino – in programma questo pomeriggio alle 16, al tribunale di Nuoro. L'uomo, difeso dall'avvocato Francesco Lai, sinora non ha ancora verbalizzato la sua versione dei fatti. Colto da un grave stato di choc nell'immediatezza dell'incidente, tramite il suo legale aveva chiesto di posticipare di qualche giorno la sua deposizione che verrà raccolta in forma ufficiale appunto questo pomeriggio. Anche in questo caso comunque non si attendono rivelazioni di rilievo. Paletta non ha mai negato di aver sparato usando cartucce caricate a pallettoni (proibite in ambito di caccia grossa dove è consentito l'utilizzo della palla singola) e di aver esploso tre fucilate in sequenza contro un cinghiale sbucato dal sottobosco. Sarebbe stata la seconda quella fatale. Una versione che collimerebbe con gli accertamenti effettuati sul campo dai carabinieri di Irgoli e di Monte Pitzinnu che conducono le indagini sotto il coordinamento della compagnia di Siniscola e che hanno già sentito e messo a verbale le testimonianze degli altri componenti della compagnia di caccia impegnata domenica mattina in località San Michele a Irgoli. L'unica misura di indagine che potrebbe essere determinante per stabilire meglio le responsabilità dei vari protagonisti nel tragico evento, sarebbe una perizia balistica atta a certificare la traiettoria della fucilata e le posizioni dello sparatore e della vittima in quel preciso momento. Una opzione che la difesa di Francesco Paletta, attualmente indagato per omicidio colposo, non esclude di sollecitare. Sul fronte delle reazioni alla tragedia, sono da segnalare le prese di posizione dei gruppi ambientalisti Lega per l’abolizione della caccia, Gruppo d’intervento giuridico e Amici della terra e del deputato dell'Italia dei Valori Federico Palomba. Le prime, alla luce dell'ennesimo lutto causato da quella che definiscono «una vera strage, di umani e altri animali per un divertimento», chiedono, tanto per iniziare, una moratoria sulla caccia. L'ex presidente della Regione invece, portando il suo personale cordoglio ai genitori e ai familiari di Andrea Cadinu, dichiara «come questo incidente abbia purtroppo messo in evidenza, nel più brutale dei modi, quanto sia pericoloso portare i minori alle battute di caccia. Per questo – conclude Palomba – sto predisponendo una proposta di legge che presenterò al più presto alla Camera, in modo da vietare nel modo più categorico la presenza di minori nelle battute di caccia o nelle attività che si svolgono con l'uso delle armi».

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