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L'unione sarda. Annega a sette anni

Mentre giocava la bambina si è allontanata dai genitori, poi si è tuffata e in un attimo è scomparsa sott'acqua

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dal nostro inviato
Mariella Careddu
LOTZORAI L'ultimo gioco di Martina sono state le biglie. Le ha fatte scivolare sulla sabbia rovente del Lido delle Rose insieme al fratello Bachisio. Poi è corsa via, senza dire nulla. Si è fatta largo tra teli e ombrelloni. Verso l'acqua, per fare un bagno prima di pranzo. Il mare placido di Lotzorai l'ha inghiottita in un istante. In silenzio. In mezzo a decine di persone che non si sono accorte di lei. Un attimo dopo, proprio mentre mamma e papà iniziavano a cercare la loro bimba, un ragazzo sulla battigia ha visto una maschera di plastica gialla affiorare dall'acqua. Ha capito e si è tuffato, ma era ormai troppo tardi.
LA VITTIMA Martina Carta, sette anni di Onanì, alunna della prima B della scuola elementare di Bitti, è morta in un giorno d'estate, un giorno di festa. Annegata.
Sul litorale di Lotzorai, una distesa lunghissima di sabbia abbracciata dalla pineta che ospita due campeggi, la morte è arrivata così: con le grida di una madre che ha assistito impotente ai tentativi dei soccorritori che si affannavano per strapparle il lutto dal cuore. Alle due del pomeriggio, tutto quello che restava sulla spiaggia deserta era un ombrellino verde sopra un lenzuolo bianco.
GIORNATA IN FAMIGLIA Sebastiano Carta, muratore di Bitti, e la moglie Maria Antonietta Niola, di Onanì, ieri sono usciti di casa di buon'ora. Hanno caricato l'auto di giochi, sdraio e ombrelloni, pronti per la giornata da trascorrere in compagnia degli amici venuti del Trentino. Sebastiano Carta fa parte del coro Oches de S'Annossata di Bitti. Dieci anni fa il gemellaggio con il coro di San Romedio, proveniente dal Trentino Alto Adige. Occasione per fare amicizia con quella famiglia che da qualche giorno era in vacanza a Lotzorai. Venerdì sera la coppia ha rinnovato l'invito per il giorno seguente.
La mattina è filata via così, tra racconti di un anno passato lontano e qualche risata sotto l'ombrellone, mentre i figli giocavano poco più in là con le palline di vetro lungo una pista tracciata nella sabbia. Prima dell'ora di pranzo, al momento di ritirare le cose per tornare a casa, Sebastiano Carta si è voltato a guardare il nugolo di bambini che giocavano sotto il sole. Martina non c'era. È corso dal figlio maggiore, calzoncini verdi e canotta dei Rockets. «Era qui fino a un attimo fa», ha detto sicuro Bachisio. Papà Sebastiano si è guardato intorno, disperato, alla ricerca del costumino rosa della figlia. In un lampo è scattato l'allarme.
LE RICERCHE Il nome della bambina urlato tra il chiacchiericcio della gente, qualcuno è corso al bar, a controllare tra le sedie di plastica bianca sporche di gelato. Poi, dallo specchio d'acqua davanti alla passerella di legno, è emerso quel pezzetto di plastica gialla: la maschera di un bambino. Un ragazzo di Tortolì si è tuffato e le ricerche sono finite. Con quel corpicino adagiato in riva. Con due bagnanti che hanno provato a restituire il respiro. Mentre tutto intorno si è creato il vuoto. Decine di metri di litorale si sono liberati in un lampo. Tutti, senza dire una parola, si sono rivestiti, hanno ritirato ogni cosa e cercato rifugio all'ombra della pineta. Lo sguardo fisso sull'unico ombrello rimasto in piedi a fare ombra a un dolore senza conforto.
SPIAGGIA DESERTA Sul posto sono accorsi i carabinieri, la polizia, i vigili del Comune di Lotzorai, la Guardia costiera, i soccorritori della croce verde di Tortolì e i vigili del fuoco. Nessuno ha potuto fare niente davanti a quella madre vestita di bianco, adagiata sulla sabbia accanto al lenzuolo che nascondeva pietosamente il corpo della sua bambina. Sul muretto davanti al bar, il fratellino maggiore, Bachisio, non si dava pace. I singhiozzi rincorrevano le scuse, mentre le mani di un'altra madre lo stringevano per dirgli che non era colpa sua. «È stato il destino». Ma a Bachisio non bastava. Gli occhi gonfi non perdevano di vista quel pezzetto di mare ormai lontano, circondato da uomini in divisa e lacrime. Mentre il padre al telefono dava la notizia ai parenti e chiedeva di mandare un carro funebre per riportare a casa la sua unica figlia, Bachisio fuggiva via. I piedi pesanti sulla sabbia calda, correva da sua sorella.
Alle tre e un quarto del pomeriggio su una barella troppo grande, Martina Carta è stata portata via dalla spiaggia, diretta al camposanto di Lotzorai, dove è rimasta per un paio d'ore prima di iniziare il viaggio verso casa a Onanì. Il paese da dove ieri mattina, seduta sul sedile posteriore della macchina di mamma e papà era andata via con il sorriso, pronta a cominciare la sua giornata speciale.

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