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L'unione sarda. «Le tre esplosioni misteriose»

Forse scoperti i responsabili del rogo di Isili, recuperate le micce sui Sette Fratelli

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SINNAI Tre botti «sordi» in sequenza, tre esplosioni arrivate nel giro di cinque minuti «o poco più» la cui eco si è estesa nelle vallate tra San Gregorio e il Villaggio delle Mimose quando già la violenza delle fiamme aveva aggredito pascoli, case coloniche e foresta sul versante destro della vecchia strada statale 125 che in quel punto comincia a inerpicarsi verso Burcei e i Sette Fratelli. Di lì a poco lingue di fuoco alte svariati metri hanno fatto la loro comparsa anche sul versante opposto dell'Orientale Sarda, quello sinistro. Altra distruzione, ancora pastori e allevatori in fuga, bestie mangiate da un incendio di proporzioni gigantesche. Ancora danni incalcolabili e una ferita incurabile in un paradiso che la natura aveva costruito attraverso millenni di lavoro.
IL TESTIMONE Quanto distintamente sentito da un vigile urbano in forza al Comando di Sinnai mercoledì nei momenti più intensi dell'emergenza è una delle varie piste investigative battute con forza dagli uomini della Forestale, tanto che ieri le ricerche hanno portato a scoprire una serie di inneschi sul terreno annerito dal fuoco. Micce che in pochi istanti, una dopo l'altra, hanno dato il via alla distruzione di migliaia di ettari di foresta. Possibile che quelle esplosioni siano state provocate da chi ha appiccato il fuoco? «Questo non posso saperlo. L'unica cosa certa è che ho sentito quei rumori sordi nel giro di cinque minuti uno dall'altro»: l'agente di polizia municipale, ieri mattina di ronda a Solanas (frazione costiera di Sinnai, Comune che copre per la quasi totalità i terreni devastati dal rogo), è prudente. Già ascoltato da chi cerca di risalire ai responsabili, non vuole sia resa nota la sua identità - «ci sono indagini in corso» - ma ripercorre comunque tutto quanto accaduto nel pomeriggio del 7 agosto. «Appena arrivata la notizia dell'incendio, io e un collega siamo stati mandati dal comandante ( Luciano Concas ) all'altezza del chilometro 24 della statale 125, dove si trova il villaggio di San Basilio. Erano più o meno le 16,30. L'incendio si era già sviluppato sul lato destro, dietro il Villaggio delle Mimose, e col Libeccio si è diretto verso Mont'e Cresia, più in alto. A quel punto ho sentito le tre esplosioni, e qualche minuto dopo mi ha chiamato una persona che vive a “Cuili Lepri”, sul lato sinistro della strada: anche da quella parte si stava sviluppando un incendio molto grosso». Impossibile che il vento abbia spinto le scintille del primo rogo su un versante tanto lontano dal primo. Qualcuno ha volutamente appiccato le fiamme. E quei botti potrebbero esserne la prova.
INDAGINI Intanto le indagini avviate dai nuclei investigativi del Corpo forestale potrebbero subire una decisa svolta già nelle prossime ore. La fotografia di quanto è avvenuto nei monti tra Sinnai e Burcei e nel Sarcidano, tra Isili, Nurallao e Laconi, non è più un'immagine sfocata. L'inchiesta non è chiusa ma già trapelano alcune indiscrezioni. Prime tra tutte la scoperta delle micce incendiarie artigianali scoperte dai ranger verso Serpeddì. Straccetti di “juta” chiusi da fil di ferro e con l'anima infiammabile. Sarebbero questi marchingegni ad aver innescato il rogo che mercoledì pomeriggio ha aggredito una vasta area montana di cisto. Incendio dunque di chiara origine “volontaria”, esattamente come la pista del dolo viene seguita con insistenza per i diversi focolai di Ghilarza appiccati nelle ore di buio e in diversi luoghi per creare vari fronti di fuoco difficili da arginare, difficili da spegnere.
CAMPU OMU Sarebbe invece partito dal bordo della vecchia strada statale 125, dalle cunette vicine a una piazzola abitualmente utilizzata per il commercio ambulante di frutta e verdura (anche se il giorno dell'incendio nessuno l'aveva occupata), il rogo di Campu Omu che ha minacciato le zone abitate di San Gregorio e del Villaggio delle Mimose. Il punto esatto da cui sono divampate le fiamme, proprio sotto il ristorante “Burranca”, è stato indicato agli 007 della Forestale da alcune delle tante persone ascoltate in questi giorni. Cosa abbia innescato il fuoco dovrà essere ancora chiarito. Una sigaretta gettata da qualcuno che ha parcheggiato per un attimo nell'area di sosta (un'ipotesi che non viene scartata) oppure la marmitta catalitica incandescente di un'auto? Sta di fatto che, almeno in questo caso, tra le ipotesi prese in esame non si tralascia quella dell'incidente.
ISILI Potrebbe chiudersi in fretta l'indagine sull'immenso incendio di Isili-Laconi, dove le fiamme partite dall'area industriale di Perd'e Cuaddu, a Isili, hanno divorato (secondo le prime stime del Corpo forestale fatte con le misurazioni geometriche) 2.400 ettari di macchia e boschi di pregio. Il silenzio, sull'inchiesta, è totale. Ma a Isili si parla con insistenza di persone (probabilmente giovani) che sarebbero state individuate dagli uomini dei nuclei investigativi della Forestale.
Andrea Manunza
Andrea Piras

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