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L'unione sarda. «Indipendentisti, è l'ora di unirci»

Appello di A manca per le regionali

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Indipendentisti di tutta l'Isola uniamoci. L'invito lanciato da A manca pro s'Indipendentzia chiama a raccolta i partiti che orbitano nella variegata galassia identitaria per la creazione di un progetto comune da proporre alle prossime elezioni regionali. «I tempi sono maturi per un salto di qualità delle nostre battaglie - conferma Cristiano Sabino, portavoce del movimento - chiediamo il contributo di tutte le realtà che vogliono proseguire con noi il percorso di autodeterminazione del popolo sardo contro lo sfascio provocato dai partiti tradizionali».
Un dialogo a 360 gradi, quindi, «verso movimenti organizzati, associazioni e piccoli raggruppamenti autonomisti - spiega Sabino - disposti a mettere da parte ambizioni personali per confezionare un programma politico condiviso, partendo dalle battaglie importanti che ci hanno visto fianco a fianco: dal nucleare al diritto all'insegnamento del sardo nelle scuole».
Porte chiuse però ai partiti che hanno scelto in questi anni di appoggiare Cappellacci o hanno impugnato i vessilli del sardismo per convenienze politiche estemporanee. Primi fra tutti i cosiddetti sovranisti.
«Il sovranismo non esiste - dice Pierfranco Devias, membro del direttivo nazionale - è solo uno spot propinato da chi vuole riciclarsi per la prossima tornata elettorale. Non potremmo mai appoggiare chi ha bollato come eversive le lotte del popolo dei pastori».
E il movimento comunista frena anche sulla scelta di candidati preconfezionati. «Senza programma non può esserci un leader che lo appoggi», continua Devias.
«La campagna elettorale è già partita e non c'è tempo da perdere, l'appuntamento è fissato agli inizi di settembre». Chi vorrà sedersi al tavolo dell'assemblea generale sarà il benvenuto. L'obiettivo è creare un blocco indipendentista e conquistare la fiducia di «decine di migliaia di sardi delusi dalla politica attuale - conclude Devias -, con il loro aiuto cercheremo di dare forma organizzata a una speranza».
Luca Mascia

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