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L'unione sarda. Centraline, inchiesta per falso

Il magistrato di Cagliari Gaetano Porcu ha aperto un fascicolo sui collaudi dei rilevatori termici acquistati dalla Regione per la lotta contro i roghi estivi

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Il massacro del territorio negli anni Ottanta aveva convinto la Regione a spendere le risorse finanziate dal ministero dell'Agricoltura - 30 miliardi di lire quasi raddoppiarti a suon di proroghe e varianti - per la lotta agli incendi. Un rilevatore termico avrebbe individuato il focolaio consentendo un intervento immediato. E anche se qualcosa, da subito, non aveva funzionato, la convenzione siglata con tre concessionarie pubbliche era stata prorogata più volte. Solo nel 2008 dal comando del Corpo forestale era arrivato il primo no che rispediva al mittente il collaudo positivo. Quello successivo, due anni dopo, quando si dice il caso, era stato negativo: a quel punto la Regione, dichiarata l'inadeguatezza degli impianti, aveva rifiutato la presa in carico invitando i concessionari a ripristinare lo stato dei luoghi.
LA CAUSA CIVILE Per tutta risposta Galileo Avionica, Teletron Elecronics e Pro. gen. sar hanno intentato una causa civile: dieci milioni di euro la somma pretesa come risarcimento danni. La Regione non si è lasciata intimidire e, con quella che si chiama “domanda riconvenzionale”, ha chiesto al giudice di essere risarcita dagli stessi concessionari con 18 milioni e mezzo. Non solo: nel 2009 il comandante dei Forestali Carlo Masnata ha inviato una doppia segnalazione, alla Corte dei conti e alla Procura di Cagliari. Il sostituto Gaetano Porcu ha aperto un fascicolo in cui ha ipotizzato il falso sull'ok ai vari test di collaudo. L'inchiesta penale ha segnato per lungo tempo il passo ma c'è un perché: la materia è tecnicamente complicata e il pm stava aspettando che il consulente tecnico consegnasse la relazione con la risposta ai 28 quesiti formulati dal giudice civile Elisabetta Murru. L'ingegner Giovanni Dimitri ha depositato due corposi faldoni alla fine dello scorso luglio e, proprio in questi giorni di feroci polemiche dopo i roghi che hanno devastato mezza Sardegna, il pm Porcu ha cominciato lo studio dei documenti. Per il momento il magistrato procede contro ignoti e solo per falso: se anche fosse ipotizzabile una truffa il reato sarebbe abbondantemente prescritto in quanto la convenzione risale a 23 anni fa.
L'INCHIESTA PENALE Ma ora, sulla base della relazione tecnica depositata nel giudizio civile, il procedimento penale potrà andare avanti anche per chiarire se davvero, come sostengono i Forestali, delle commissioni di collaudo abbiano fatto parte esperti indicati dalle stesse società concessionarie, assumendo così la doppia veste di controllori e controllati. Si vedrà.
Per il momento l'unica certezza è data dalle conclusioni dell'ingegner Dimitri che sembrano far pender l'ago della bilancia dalla parte della Regione e del Corpo forestale. «La convenzione», scrive il consulente tecnico, «prevede la fornitura e la posa in opera di un sistema di monitoraggio elettronico permanente a terra 24 ore ogni tempo . Pertanto, le prestazioni del sistema da realizzare non avrebbero dovuto subire variazioni a causa delle condizioni meteorologiche. Viceversa, il sistema commissionato non sarebbe qualificabile quale ogni tempo . Invece, le condizioni meteorologiche influenzano le prestazioni del sistema di monitoraggio elettronico e in alcuni casi, riscontrati nell'agosto 2000 e nel marzo 2007, costituiscono criticità tali da non consentire il corretto funzionamento del sistema né (e non sembri una ripetizione) lo stesso funzionamento del sistema».
LA CONSULENZA TECNICA L'esperto evidenzia poi che «il giudizio di collaudabilità formulato dalla commissione si basa soltanto sui risultati delle prove per le quali il sistema ha rilevato l'incendio e non sulla valutazione di tutti i risultati delle prove, comprendendo in questi ultimi anche quelli relativi alle prove per le quali il sistema non ha rilevato l'incendio».
Insomma, la commissione avrebbe dato l'ok dopo che il sistema aveva rilevato un incendio senza considerare, però, le prove in cui il sistema aveva dato forfait. Un esempio? «Dopo una prova ad Alghero», si legge nella consulenza Dimitri, «è stato rilevato un falso allarme che, però, nell'atto di formulazione del giudizio di collaudabilità, è stato assunto come prova per la quale il sistema ha rilevato l'incendio». In altre parole: «La commissione non ha riportato diligentemente, sotto la voce “falsi allarmi”, tutte le registrazioni».
I FURTI L'ingegner Dimitri risponde anche a uno specifico quesito del giudice su manomissioni, modifiche e alterazione del sistema. Si scopre così che, per evitare furti e danneggiamenti (incredibile ma vero in una terra arsa dal fuoco), sono state smontate alcune apparecchiature. Sul punto il perito chiarisce: «Le modifiche, così come la disattivazione di alcune linee di trasmissione dei dati, sono da attribuire unicamente alla Regione».
M. Francesca Chiappe

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