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L'unione sarda. I sardi più “ricchi” tra i poveri

REDDITI. Per ogni contribuente 16.837 euro, 2.818 in meno dei connazionali. Calabria ultima

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Hanno un reddito medio annuale che si attesta a 20.698 euro. È la magra consolazione dei titolari di partita Iva che, paradossalmente, possono considerarsi a pieno titolo i più ricchi, tra i poveri, contribuenti sardi che nel 2012 hanno dichiarato un reddito di 16.837 euro. I lavoratori dipendenti e pensionati si sono ritrovati, rispettivamente, entrate pari a 18.641 e 16.939 euro. La media nazionale dei possessori di partita Iva è di 26.657 euro, mentre il reddito riferito alle persone fisiche, che si attesta a 19.655, fa capire ancora meglio che in Sardegna c'è ben poco da festeggiare e da rallegrarsi.
MENO POVERI DI ALTRI Basta però un rapido sguardo alle tabelle di tante altre regioni del Sud e Centro Sud della penisola, che tracciano condizioni più drammatiche, per scoprire che in Italia c'è chi sta peggio. Nell'Isola i redditi generali sono, infatti, superiori rispetto a quelli dichiarati in Abruzzo, Campania, Sicilia, Puglia, Molise, Basilicata e Calabria. Al di là dei casi specifici, la fotografia sui dati dei contribuenti, resi disponibili dal Dipartimento delle Finanze ed elaborati dal Centro Studi L'Unione Sarda, inquadra comunque uno scenario preoccupante. «Nel 2012 più di un milione di sardi», chiarisce Franco Manca, direttore del Centro Studi L'Unione Sarda, «ha contribuito alle finanze statali versando complessivamente poco più di 4 milioni e mezzo di imposte Irpef (in media 4mila euro a contribuente). I redditi dichiarati ammontano a 18 milioni di euro, il che significa che a ogni contribuente competono 16.837 euro». Se si analizzano attentamente i dati salta all'occhio e in modo netto che si tratta di «un valore ancora lontano, ben 2.818, dalla media dei contribuenti italiani che dichiara invece 19.655 euro. E la distanza cresce rispetto al 2011», precisa Manca, «considerato che la differenza era di 2.569 euro. Il gap è di gran lunga più evidente se il confronto si fa con i contribuenti lombardi, il cui imponibile fiscale arriva a 23.209 euro, il più elevato tra le regioni italiane». Se ci si riferisce al quadro tracciato nel 2011, la situazione non varia in modo sostanziale: il numero dei contribuenti sardi era quasi identico all'anno scorso (-0,3%), con la differenza che i redditi dichiarati al Fisco erano leggermente inferiori. Questo aspetto, insomma, ha inciso con un +0,9% sulla variazione del reddito medio tra le dichiarazioni del 2011 e quelle dello scorso anno, contro il 2,1% della media nazionale.
LE TIPOLOGIE DI REDDITO I più ricchi a livello nazionale vivono dunque in Lombardia (23.209 euro di reddito medio annuo), nel Lazio (22.163 euro), in Valle D'Aosta (21.255), Emilia Romagna (21.183), Liguria (21.001) e Piemonte (20.870 euro). «In Sardegna i lavoratori dipendenti», chiarisce il direttore del Centro Studi L'Unione Sarda, «rappresentano oltre la metà dei percettori di reddito (il 51%), il 37% sono pensionati, il 9% liberi professionisti; la parte restante, il 3%, si riferisce ai possessori di altre tipologie di reddito (ad esempio, fabbricati e capitale). In Italia i dipendenti sono, invece, il 51%, i pensionati il 37% e le partite Iva l'8,3%».
Nell'analizzare le differenti tipologie di contribuenti, è importante non tralasciare alcuni aspetti. Il reddito medio è condizionato anche da altri fattori, come il possesso di fabbricati o di capitale. Anche se, secondo l'analisi del Centro Studi L'Unione Sarda, si tratta di redditi che non sempre sono elevati. In quest'ottica, se si prende in esame la situazione sarda, ci si rende conto che il reddito medio complessivo risulta più basso.
Eleonora Bullegas

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