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L'unione sarda. «Siete un'Isola di opportunità»

«Siete un'Isola di opportunità»

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Il ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca è considerato, almeno dalla Giunta regionale, un amico della Sardegna. Lui preferisce considerarsi un buon amministratore della cosa pubblica, votato a rendere più efficace l'azione del governo e della complessa macchina burocratica dello Stato nei territori che più di altri soffrono la crisi economica, sia dal punto di vista congiunturale che strutturale. Giudica positiva la recente esperienza nel Sulcis-Iglesiente, pur non sottovalutando la reazione degli operai, che hanno duramente contestato sia lui che il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera.
Perché la gente di Sardegna, e in particolare gli operai e i cassintegrati del Sulcis, sono sembrati così refrattari a dar credito alle proposte di governo e Regione sul nuovo piano di sviluppo?
«Perché quando sei stato preso in giro per una trentina d'anni prima di fidarti ci pensi a lungo».
La gente si chiede perché questa volta si deve credere alle promesse. Lei ha una risposta?
«Per due ragioni. Per il modo estremamente franco in cui noi abbiamo parlato. Non c'è alcuna valutazione, né sulla posizione delle imprese né sulle criticità del territorio che non sia stato messo sul tavolo. Alcuni dei progetti presentati sono ragionevoli, altri vanno aggiornate. Qualche risultato l'abbiamo comunque ottenuto: il ministero dello Sviluppo economico hanno presentato risultati positivi su Portovesme srl ed Eurallumina. Abbiamo già dimostrato di poter essere affidabili. Io, poi, ho dato delle scadenze precise».
La Sardegna vive una drammatica situazione di crisi socio-economica. Qual è il modello di sviluppo che dovrebbe seguire, in prospettiva?
«L'Isola dovrebbe essere più orgogliosa di alcuni risultati che ha raggiunto. È vero che ci sono criticità sia congiunturali che strutturali, ma sul piano della qualità della vita la Sardegna è ai vertici nazionali. Non dovreste sottovalutarlo. Parlo dei settori ambiente e istruzioni, ai quali aggiungerei quelli universitari e quelli dell'attrattività turistica di alcune parti del territorio. Per alcune opere si tratta di controllare lo stato d'avanzamento, per non permettere più le secche del passato. Prima di Natale invierò una missione di sopralluogo per fare il punto della situazione».
La Regione si dice contenta dal rapporto instaurato con lei e con il ministro Passera, mentre si lamenta delle rigidità di Monti. Il governo usa la politica del doppio binario?
«Questo è un dato oggettivo e non soggettivo. Non è facile per noi e ancora meno lo è per il presidente del Consiglio, che deve far quadrare conti disastrati».
Perché fin qua la Sardegna ha dovuto ricorrere ad azioni giudiziarie per veder riconosciuti i propri diritti, come ad esempio nella vertenza entrate?
«Dichiaro la mia incompetenza ad andare oltre a quanto ho già detto».
Ora il governo ha riconosciuto i suoi debiti, ma non intende allentare i vincoli del Patto di stabilità. Cioé, quei soldi arriveranno ma non potranno essere spesi. Le sembra giusto?
«Ci sono amministratori locali che si sono impegnati a firmare il protocollo d'intesa, facendo presente che non potrà essere applicato se non ci sarà un allentamento del Patto di stabilità. Abbiamo fatto presente che non è possibile stabilire deroghe per un singolo territorio, perché immediatamente ci sarebbe una rivolta degli altri. Monti sta provando a ottenere un via libera dall'Ue per farsi autorizzare a utilizzare spese straordinarie in zone ad alto rischio sociale ed economico. Dobbiamo ricordare che siamo costretti a confrontarci con il disincanto della Germania, che ha sempre paura del processo negativo che possono innescare delle deroghe troppo ampie».
Anthony Muroni

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