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L'unione sarda. E i cespugli fanno la fronda

Nei prossimi giorni il vertice degli alleati che contestano la consultazione

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I dissidenti restano tali, meditano di riunirsi in una sorta di vertice parallelo a quelli del centrosinistra ufficiale, e minacciano addirittura un'alleanza separata. Il fatto che la procedura delle primarie vada avanti non cancella la fronda degli alleati minori. Sel, Idv, Upc e Centro democratico di fatto rinnegano la competizione del 29 settembre: e se il vendoliano Luciano Uras chiede al Pd di parlare di programmi, il leader dell'Upc Enrico Piras annuncia una riunione delle sigle critiche, che potrebbe tenersi nella prossima settimana.
I PROGRAMMI «Non ho mai pensato che un singolo, donna o uomo, possa tracciare un progetto che porti la Sardegna fuori dalla crisi», afferma Uras, «né basta dire che il programma si scrive ascoltando “la gente” per mobilitare una vera partecipazione popolare». Gli alleati, prosegue il senatore di Sel, stanno «aspettando che il Pd decida di promuovere il confronto interno alla coalizione».
Nell'attesa, spiega Enrico Piras, «l'Upc chiederà un incontro urgente a Sel e agli altri partiti. Noi non partecipiamo a questa gara, sono primarie tra le correnti del Pd, non del centrosinistra. E se il vincitore non ci convincerà - avverte il segretario - decideremo con gli altri partiti se percorrere strade diverse». Anche fuori dal centrosinistra ufficiale.
Il Psi condivide alcune obiezioni dei piccoli partiti, ma ha schierato alle primarie il suo Simone Atzeni: «Però il Pd - precisa il segretario socialista Peppino Balia - deve accogliere la richiesta degli alleati di presentare altre candidature il 2 settembre. È essenziale per dare alle primarie un vero significato politico».
LA REPLICA «Non sono primarie del solo Pd», ribatte Franco Marras, coordinatore della segreteria dei democratici: «È vero che il nostro è un grande partito, e può esprimere diverse leadership». Quanto al programma, «abbiamo definito, tutti insieme, la carta di intenti con le dieci proposte fondamentali. Dopodiché, il programma dettagliato non può prescindere dalle valutazioni di chi sarà il candidato governatore».
Pur non amando troppo le primarie, il Pdci riconosce pienamente il voto del 29 settembre: «Tutti insieme abbiamo definito regole e date, spesso accogliendo proprio le proposte di Sel», sottolinea il segretario Alessandro Corona, «credo che le proteste degli alleati facciano male alla coalizione. Contestare le regole a due giorni dalla presentazione delle candidature è stata una figuraccia agli occhi dei nostri elettori». (g. m.)

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