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L'unione sarda. Estate al verde in riva al mare

Il calo di presenze ha raggiunto picchi del 40% a partire da maggio. Vince la spiaggia libera

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Un'estate tutta al risparmio: sono sempre più numerosi i sardi che rinunciano alle comodità di una struttura balneare e scelgono la spiaggia libera. Nonostante le tariffe per l'affitto di lettino e ombrellone siano rimaste più o meno invariate, la crisi economica continua a condizionare le scelte dei sardi costretti a tagliare le spese per le vacanze. Non si spiega in altro modo il calo delle presenze del 40% registrato tra maggio e giugno scorsi, rispetto allo stesso periodo del 2012, rilevato dalla segreteria regionale del Sindacato italiano balneari (Sib) e dalle associazioni dei consumatori (Altroconsumo, Federconsumatori, Cracis).
L'ANDAMENTO Luglio si è caratterizzato per una media del 5% di clienti in meno, con punte del 15% per il Nord dell'Isola. «Sardegna e Sicilia sono le uniche regioni», spiega Francesco Mattana, esponente regionale di Altroconsumo e rappresentante del Cracis «non allineate al -25% del dato nazionale. Le previsioni sono però poco incoraggianti. Si prospetta una stagione più breve, che dovrebbe terminare a settembre e non proseguire fino a ottobre». Se quest'ultimo fattore dovesse essere confermato, si rifletterebbe negativamente sui bilanci finali dei gestori dei servizi balneari. «In tutta l'Isola», spiega il presidente regionale del Sib, Alberto Bertolotti, «ci sono circa 900 concessioni demaniali che offrono servizi da spiaggia. Quasi 300 fanno riferimento alle strutture alberghiere e, di queste, il 90% fa parte del sistema Federalberghi-Confcommercio. Sono, invece, 350 le strutture balneari iscritte al Sib, confederate alla Confcommercio. Nell'Isola, le tariffe applicate nelle nostre strutture sono invariate da quasi 4 anni».
PREZZI FERMI La crisi ha spinto i titolari degli stabilimenti a non aumentare i prezzi. «I costi non sembrano discostarsi da quelli del 2012», rileva Andrea Pusceddu, presidente regionale di Federconsumatori, «se non con lievi incrementi in alcune località. In generale, vista la sensibile diminuzione degli utenti, i gestori hanno scelto di tenere invariate le tariffe». Il consiglio rivolto a chi tende a organizzarsi in autonomia per una giornata al mare è «di cercare spiagge libere non troppo distanti dai punti dove sono presenti servizi. Andare in uno stabilimento», sottolinea Mattana, «deve essere una scelta, non un obbligo imposto dalla mancanza di litorali liberi. Ecco perché è necessario ripristinare un equilibrio tra spiagge libere e in concessione».
STRATEGIE Il calo di presenze costringe i gestori a trovare soluzioni per rilanciare il settore. «La situazione è preoccupante», ammette Bertolotti, «la chiave di volta sta nella situazione politica dei trasporti. Noi imprenditori del turismo dovremmo unirci in consorzio per costituire una flotta che navighi senza produrre utili, ma solo al servizio delle attività turistiche della Sardegna». In più le questioni sul demanio. «Alcuni Comuni sardi», conclude il presidente Sib, «non hanno confermato la proroga delle concessioni al 2020. Chiederemo alla Regione il loro commissariamento».
Eleonora Bullegas

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