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L'unione sarda. In cella per il colpo in gioielleria

NUORO. Ieri all'alba arrestati da polizia e carabinieri tre giovani di Orani, Fonni e Orotelli

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NUORO Entra a volto scoperto fingendosi un cliente. Lascia la porta aperta della gioielleria ai due complici. Assieme, pistola in pugno, razziano preziosi per 15 mila euro. Il suo volto resta impresso nella memoria della commerciante che davanti alle foto mostrate dagli investigatori lo riconosce. Ai complici gli inquirenti arrivano grazie alla testimonianza di un passante che annota numero di targa e altri particolari della vettura utilizzata nella fuga. All'alba di ieri per i tre giovani scatta l'arresto. Sono accusati di aver rapinato la gioielleria Fadda in viale Repubblica la sera del 19 luglio.
IN MANETTE In carcere Gonario Morittu, operaio ventunenne di Orani, Riccardo Serusi, disoccupato di Fonni, 21 anni, e Francesco Carta, 34 anni, di Orotelli, dipendente della Asl a Macomer e cognato di Morittu. Il gip Mauro Pusceddu firma l'ordinanza di custodia cautelare su richiesta del pm Andrea Vacca che coordina l'attività investigativa. Polizia e carabinieri operano assieme stringendo il cerchio attorno ai tre giovani.
L'IRRUZIONE Le prime indagini la sera stessa della rapina nel negozio di cui è titolare Giovanna Fadda. La Squadra mobile, diretta da Fabrizio Mustaro, e la sezione reati contro il patrimonio si mettono all'opera per risalire alla banda arrivata con un trolley per razziare i preziosi anche della cassaforte e scappata con i rotoli di gioielli esposti nel bancone e negli scaffati: valore 15 mila euro.
LE INDAGINI Gli agenti raccolgono la testimonianza della commerciante e quella preziosa di un passante che coglie alcuni numeri della targa e il colore azzurro di una Grande Punto. Elementi sufficienti, tramite accertamenti nelle banche dati, a individuare il nome del proprietario: il padre di Morittu. Auto passata sempre indenne ai controlli di polizia. Gli investigatori della Squadra mobile e i carabinieri della compagnia di Ottana, guidata dal capitano Alessio Zanella, arrivano poi a Serusi, tenuto sotto controllo assieme agli amici. Il giovane di Fonni viene anche riconosciuto dalla negoziante: è a volto scoperto, con lui che si presenta come cliente parla, anche nel tentativo di distrarre i malviventi, decisi a farsi aprire la cassaforte. La svolta alle indagini arriva però con la rapina al market “Il bottegone” di Siniscola il 3 agosto.
A SINISCOLA Gli inquirenti sono sulle tracce di Morittu e Serusi, bloccati proprio vicino al market. I carabinieri della compagnia di Siniscola pensano che siano loro gli autori del colpo. Invece, scoprono altri tasselli. I due sono appena usciti dal vicino negozio “Compro oro” dove vendono una parte dei gioielli rubati a Nuoro - 50 grammi - e incassano un migliaio di euro. Nell'auto i militari trovano un sacchetto pieno di preziosi, provento del colpo di viale Repubblica, due passamontagna e un tronchese. A quel punto i carabinieri di Ottana perquisiscono una casa a Fonni: il proprietario è uno zio di Serusi, ma l'edificio è in uso al giovane.
A FONNI In quella costruzione trovano 300 grammi di gelatina, due detonatori e 60 centimetri di miccia a lenta combustione. Interviene l'artificiere del comando provinciale. Il materiale, in buono stato, viene sequestrato. Questo vale a Serusi un'accusa in più: detenzione di materiale esplodente. Per la famiglia è un colpo durissimo: la sera del palio del 4 agosto, in un drammatico incidente stradale, perde Andrea, fratello di Riccardo. A completare il quadro accusatorio ci sono altri elementi, come il sopralluogo fatto a giugno in viale Repubblica da parte di Carta e Morittu per preparare il colpo oppure la trasferta a Olbia di Morittu e Serusi per rubare l'auto da utilizzare nella rapina. La presenza di troppe persone manda a monte il piano. I rapinatori ripiegano sulla Grande Punto che alla fine svela la loro identità.
Marilena Orunesu

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