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L'unione sarda. Lingua blu, vaccinazioni contro il morbo

OTTANA. Emergenza

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OTTANA È pieno il salone Emilio Lussu di Ottana martedì pomeriggio. Si parla dell'emergenza Lingua blu che mette in ginocchio le aziende del Nuorese. Nella fossa comune allestita a Ottana nella stessa giornata di martedì finiscono le carcasse di una quarantina di pecore. Focolai sono segnalati in molti altri centri, dalla Baronia alla Barbagia, facendo salire timori e anche tensioni, emerse non a caso nell'assemblea.
LE PRESENZE Accanto a molti allevatori ci sono Andrea Sarria (componente dell'Unità operativa malattie animali della Regione), una decina di sindaci, Aldo Manunta per Coldiretti, Salvatore Bussu per Cia, Stefano Ferranti per Confagricoltura e Apa, i veterinari del territorio Giovanni Careddu e Ignazio Piras. Emerge un quadro preoccupante con una epidemia che seppur meno letale rispetto agli anni scorsi ha una diffusione molto più rapida visto che sono già riscontrati casi in montagna.
VACCINAZIONE La soluzione prospettata è quella della vaccinazione anche nelle zone non infette. Dove viene sperimentata dà effetti positivi, sostiene Antonio Sanna, pastore di Ottana. «Dobbiamo salvare il gregge e programmare il futuro», sottolinea Efisio Arbau, consigliere regionale di La Base e organizzatore dell'assemblea. «La risposta per il contingente - aggiunge - è la vaccinazione e la disinfestazione anche nelle zone non infette. Parliamo di un vaccino spento che non ha effetti deleteri sulle pecore. Per il futuro occorre programmare una vaccinazione controllata che immunizzi il bestiame. È necessario modificare il decreto che ha definito le modalità di vaccinazione e reperire le risorse per il vaccino preventivo. Per i bovini bisogna trovare l'accordo con le altre regioni e con il Ministero per movimentare velocemente e con sicurezza». Intervengono i sindaci Giampaolo Marras di Ottana, Tonino Ladu di Olzai e Francesco Caggiari di Bortigali. «Diteci cosa dobbiamo fare - chiede Salvatore Delrio, allevatore di Ottana - perché le pecore stanno morendo». Sarria ammette i ritardi con la vaccinazione. «Adesso - assicura - siamo operativi, pronti ad affrontare l'emergenza e per i risarcimenti».

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