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L'unione sarda. Un arbitro fra due litiganti

MEDIAZIONE. Di nuovo obbligatoria la procedura prima di ricorrere al giudice civile

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La seconda volta della mediazione civile ricomincia dalla obbligatorietà “a tempo”: dopo la bocciatura della Consulta, il provvedimento viene ora riproposto dal Governo per un periodo sperimentale di 4 anni. Tra due anni, il ministero della Giustizia avvierà un monitoraggio per valutare se ha funzionato e, quindi, continuare dopo il periodo-test. Voluta per dare un'accelerazione ai tempi di chiusura delle controversie, la mediazione, che nel 2011 aveva diviso cittadini e avvocati, si ripresenta con procedure diverse. Per avviare una causa civile, solo su materie dalle quali sono state escluse le controversie su incidenti stradali o in mare, è di nuovo obbligatorio invitare la controparte a cercare un accordo attraverso la mediazione. Ora, però, dopo il primo incontro le parti possono decidere se andare avanti oppure no. La prima novità sta proprio qui: nel primo caso, la mediazione prosegue. Nel secondo, invece, il mediatore ne attesta il fallimento.
LA RIFORMA Altra novità è legata ai costi: una delle obiezioni principali sulla vecchia mediazione riguardava il pagamento dei mediatori (che andava da 105 a 9.240 euro) anche quando la trattativa naufragava. Adesso, invece, è stato stabilito che se il primo incontro fallisce, la prestazione del mediatore è gratuita, se invece la mediazione va avanti si discutono nuovi accordi economici. «Si tratta di una rilevante novità», spiega l'avvocato Alberto Filippini, titolare di Abc Mediazione, la prima società privata di mediazione aperta in Sardegna. «Nella precedente formulazione proprio l'aspetto economico era di ostacolo alla mediazione che, a mio avviso, resta un ottimo strumento di risoluzione delle controversie». Tagliati anche i tempi, da 4 a 3 mesi, per ricorrere al giudice.
I LEGALI Di fondamentale importanza, poi, il nuovo ruolo riconosciuto agli avvocati: affinché l'accordo di conciliazione sia valido, adesso, infatti, occorre che venga sottoscritto anche dai legali, riconosciuti come mediatori di diritto, mentre in precedenza dovevano fare un corso di 50 ore alla stregua di chiunque altro che, in possesso di una laurea triennale, voleva diventare mediatore.
ORGANISMI DI MEDIAZIONE In Sardegna, il principale organismo di mediazione è stato la Camera di Commercio di Cagliari «che ha gestito circa un migliaio di controversie», spiega Giuseppe Camurri, segretario generale. «Il sistema ha funzionato benissimo e con risultati soddisfacenti. Certo, dopo la sentenza della Cassazione, i numeri sono diminuiti, ma adesso con la riforma il processo ripartirà». Massimo Simbula, avvocato cagliaritano, ha esercitato per anni la professione negli Stati Uniti, dove, afferma, «la mediazione funziona perfettamente. Solo il 2% delle controversie non trova soluzione e finisce in tribunale». E in Italia? «Sarebbe opportuno allargare il campo agli psicologi, i professionisti più qualificati per gestire le implicazioni emotive», che stanno alla base di una controversia.
Mauro Madeddu

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