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L'unione sarda. «Un danno a te stesso e al partito» La bufera investe i piani alti del Pd

Il segretario regionale Silvio Lai prende le distanze: frasi ingiustificabili

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«Prendo atto delle dimissioni di Gianluigi Piras. Ha compreso bene il danno che ha fatto a sé e al Pd». Il segretario regionale dei democratici, Silvio Lai, commenta con queste parole la vicenda che ha visto protagonista Gianluigi Piras, esponente dimissionario del Pd, e la sua frase sull'atleta russa Ylena Isinbayeva.
Un fatto che ha raggiunto i piani alti del Partito democratico e che, in poche ore, ha dato vita a una vera e propria bufera, caratterizzata da una serie infinita di accuse, commenti, attacchi e scuse. La piattaforma principale è Facebook: qui è cominciato e qui si consuma l'epilogo attraverso un lungo messaggio dello stesso Piras che, oltre chiarire il significato delle sue parole, annuncia le dimissioni dal Pd e da ogni ruolo ricoperto nel partito. Ma tra la frase sull'atleta e le scuse dell'autore si è scatenato il finimondo.
I VERTICI PD Silvio Lai, attraverso Facebook, chiarisce le motivazioni del suo giudizio: «So che frasi come quelle non appartengono a Piras, ma non è giustificabile, neanche per paradosso, invocare la violenza e ancora di più lo stupro. Per nessuna ragione, neanche la più giusta». Il deputato Romina Mura riconosce a Piras «una grande sensibilità politica e umana» e la capacità di prendersi le proprie responsabilità e, rivolgendosi a Piras scrive: «Ho provato irritazione per le parole che hai usato. Hai sbagliato ad esprimere il tuo e il nostro dissenso, con quella frase e hai fatto bene a prendere atto dell'imbarazzo creato ai più e a noi in particolare».
Il segretario provinciale Thomas Castangia sostiene che «Gianluigi Piras con una nota lunga e sofferta abbia chiarito la sua posizione. Il gesto di assumersi pienamente le sue responsabilità e di scusarsi, gli fa onore».
ATTACCHI Dopo le esternazioni del consigliere comunale di Jerzu, non tardano ad arrivare le dichiarazioni di condanna. Antonio Satta, segretario dell'Upc commenta la lettera di Piras sottolineando che «ogni giustificazione sembra un'arrampicata sugli specchi». Il segretario de La Destra, Daniele Caruso, chiede «una condanna senza scusanti e trasversale per la sua portata violenta, e un eventuale approfondimento legale». Poi, sottolinea che La Destra «ha avviato l'iter per una proposta di legge per l'inasprimento delle pene per reati di questo tipo». Sempre per La Destra parla il leader Francesco Storace che, su Twitter, cita l'episodio dell'esponente del Pd e la notizia di uno straniero che, a Ravenna, ha augurato la morte a un italiano, per poi sentenziare: «C'è un altro Piras in giro, a Ravenna». Fronte compatto da parte dei giovani del Pdl, che ottengono, dopo averle invocate, le dimissioni di Piras dal coordinamento dell'Anci giovane. Le dimissioni, però, non bastano e dal Pdl - Giovane Italia ipotizzano l'interessamento di «qualche Procuratore della Repubblica per capire se ci siano gli estremi per una denuncia penale d'ufficio per apologia di reato». Il coordinatore regionale Pierpaolo Cassoni sostiene che «semplici scuse non bastino, credo invece che Gianluigi Piras si dovrebbe ritirare a vita privata sopraffatto dalla vergogna».
Matteo Sau

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