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L'unione sarda. «Il bimbo non doveva essere lì»

La disperazione di Franco Paletta: ho sparato su un cinghiale

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È stata restituita ieri pomeriggio ai genitori la salma di Andrea Cadinu, il dodicenne di Nuoro morto martedì sera nel suo lettino del reparto di Rianimazione dell'ospedale “San Francesco”. I funerali stamani alle 11 nella chiesa del Sacro Cuore. E intanto, sempre ieri, si è svolto l'interrogatorio di Franco Paletta, 64 anni, residente a Irgoli, il carabiniere in pensione che domenica scorsa, durante la tragica battuta al cinghiale nelle campagne del paese, ha esploso la fucilata che ha colpito il piccolo alla testa. L'uomo, che per il forte stato di choc nei giorni scorsi non era in condizioni di sostenere un colloquio col magistrato, è stato ascoltato dal sostituto Laura Taddei alla presenza dell'avvocato Francesco Lai.
LA DISPERAZIONE Impossibile riuscire a parlare col difensore, ma da fonti vicine alla famiglia del militare accusato di omicidio colposo si è appreso che l'interrogatorio è andato avanti per quasi quattro ore. Un incontro lungo e travagliato, scandito dal pianto e dal dolore dell'indagato. Francesco Paletta ha confermato al magistrato di aver esploso tre fucilate a pallettoni (e non a palla unica come prescrive la legge, ma questa dotazione, ha spiegato, era dovuta alla presenza di volpi, per le quali la normativa sulla caccia ammette le cartucce).
TRAGICA FATALITÀ Ha visto il cinghiale e ha sparato. Non ha esploso colpi contro un macchione: lui la preda l'ha sempre tenuta d'occhio, non l'ha mai persa di vista. Niente colpi esplosi contro un macchione. L'animale che correva, ha sottolineato l'ex militare dell'Arma, io l'ho sempre visto lungo il crinale della collina. Le due poste, infatti - quella dove stava Franco Paletta e quella di Nicolò Cadinu che aveva accanto il piccolo Andrea - erano a un centinaio di metri l'una dall'altra, divise dalla cresta della collina. Due poste in due diversi versanti del promontorio. Sollecitato dalle domande del magistrato, l'indagato ha detto di aver sentito alcune fucilate ma di non aver capito chi tra gli altri cacciatori avesse esploso quei colpi. È stato in quel momento: ha visto il cinghiale e ha sparato.
LA CONSULENZA BALISTICA Subito dopo ha sentito le urla. Era il grido disperato di Nicolò Cadinu piegato sul figlio disteso a terra. Franco Paletta è accorso e lì, davanti al piccolo ferito che non dava segni di vita, è cominciata anche la sua tragedia. Il bambino, ha spiegato l'uomo al magistrato, non doveva trovarsi in quel punto: era disteso lì, ad alcune decine di metri dal luogo della postazione assegnata, vicino al padre e al fratello maggiore.
LA DINAMICA Secondo la ricostruzione dell'accaduto fatta dai carabinieri della Compagnia di Siniscola, guidati dal capitano Andrea Senes, Nicolò Cadinu ha esploso un paio di colpi probabilmente per il passaggio di una volpe; Andrea si è spostato, forse per vedere meglio se il babbo avesse centrato o meno l'animale. È in quel momento che Franco Paletta ha sparato, convinto si trattasse di un cinghiale. È evidente che si rende necessaria una perizia balistica per accertare la traiettoria degli spari che si sono incrociati sul crinale della collina, ma anche per accertare se il piccolo sia stato colpito da un pallettone arrivato di rimbalzo.
IL CORDOGLIO Oggi alle 11 le esequie che saranno celebrate nella parrocchia del Sacro Cuore. Un'intera città in lutto si stringerà alla famiglia del piccolo Andrea. Una giornata di cordoglio. Per questo il Comune ha annullato la cerimonia di inaugurazione della manifestazione “Mastros in Nugoro” prevista per questo pomeriggio alle 17 (gli eventi si terranno come da programma). (p. s.)

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