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L'unione sarda. Piras: che errore, a mia discolpa 15 anni di battaglie per i diritti

Dimissioni confermate, parte una lettera di scuse alla Isinbayeva

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Magari ci ripensa, ma per ora ha deciso di farsi da parte. Ha scelto il confino prima che altri prendessero inevitabili provvedimenti. A 36 anni Gianluigi Piras è un ex, specie rarissima nelle acque politiche. Ex militante Pd, ex consigliere comunale, ex Prossima Italia. Un pesce piccolo finito nella rete, subito censurato dai compagni del Pd e dal suo mentore Pippo Civati, prima condannato e ora prossimo alla beatificazione sul web. A Elena Gadžievna Isinbayeva, algida campionessa russa di salto con l'asta, Piras ha dedicato una frase indegna di una persona senziente: «Per me possono anche prenderti e stuprarti in piazza. Poi magari ci ripenso. Magari mi fraintendono».
Cercando un paradosso a effetto contro la presa di posizione pro Putin dell'atleta, Piras ha trovato una cloaca profonda in cui annegare le speranze (tutte da verificare) di un brillante futuro politico. Almeno per il momento.
È diventato famoso nel peggiore dei modi possibile.
«È stato un errore imperdonabile, ma a mia discolpa parla la mia vita politica e quindici anni di battaglie per i diritti. Chi fa politica e ha un ruolo istituzionale non può permettersi tali ingenuità e deve pagare un prezzo».
Dal partito le avranno tirato le orecchie.
«Mi hanno detto che è stato un errore di comunicazione molto grave. Il rischio è la perdita dell'autorevolezza di quelle stesse battaglie che combattiamo da anni».
Basterà dimettersi per salvare la faccia?
«Bisogna specificare come nessuno mi abbia chiesto le dimissioni e io non abbia aspettato che me le chiedessero. Sia chiaro. Sono irrevocabili anche qualora le respingessero. Ho deciso poche ore dopo aver scritto quel post, senza aver sentito nessuno, senza neppure immaginare cosa sarebbe successo il giorno dopo».
Vi chiamano nuove leve del Pd maestri di insulti.
«Bisogna capire come la questione sia stata strumentalizzata. La notizia, da piccola che era, è stata distorta e amplificata. Nessuna di queste persone si assumerà le proprie responsabilità. Io lo faccio».
Chiedono per lei la stessa pena (13 mesi di carcere) inflitta a Dolores Valandro, consigliere leghista a Padova per le sue esternazioni contro il ministro Kyenge
«Le cose sono molto diverse. La Valandro ha testualmente scritto riferendosi al ministro Cecile Kyenge: “Ma mai nessuno che la stupri?”. Il mio, come ho spiegato, è solo un post scritto male. Un paradosso riferito all'appoggio della Isinbayeva alle leggi omofobe di Putin».
Sarà almeno pentito.
«Intanto contatterò l'ambasciata russa perché recapiti una mia lettera di scuse alla signora Isinbayeva. Resta il fatto che la notizia, pur strumentalizzata e non corrispondente al mio pensiero e alla cose da me scritte è arrivata con tutta la sua violenza alle vittime di crimini come lo stupro, ferendole. Questo non è giusto».
Cosa farà adesso che è fuori dal partito?
«Continuerò a lavorare nelle cose in cui credo, forte della solidarietà di centinaia di nuovi e vecchi amici. La mia bacheca Facebook è piena di messaggi che mi incoraggiano ad andare avanti. Persone che mi conoscevano e altre che hanno semplicemente capito».
Quando tutti, da domani, avranno dimenticato Gianluigi Piras, cosa resterà di questa vicenda?
«Se quanto accaduto dovesse servire per accendere i riflettori sulle gravissime violenze in Russia, compresi gli stupri sulle lesbiche, il mio impegno proseguirà senza incarichi e senza ruoli. Se dovesse in qualche modo essere utile a sensibilizzare le persone sulla violenza sulle donne io proseguirò».
Simone Loi

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