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L'unione sarda. «Io in campo? Le porte sono chiuse»

Mario Medde, ex leader Cisl: parteciperei, ma si sono trasformate nelle primarie del Pd

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Si candida alle primarie del centrosinistra oppure no? Mario Medde, ex segretario della Cisl sarda, esponente dell'associazione Carta di Zuri, non scioglie le riserve: «Ci sto pensando, ma le porte sembrano chiuse».
Medde, già stanco?
«Di cosa?».
Di stare lontano dalla trincea.
«Vorrei dare seguito al mio impegno sindacale nell'attività politica».
C'è chi la vuole candidato alle primarie di centrosinistra per le Regionali.
«Non ho preso una decisione definitiva. Intorno alle primarie c'è troppa nebbia e non è detto che possa scegliere altrove».
Dove?
«Le interlocuzioni sono diverse, c'è tempo da qui a febbraio per una scelta ponderata. Andrò dove l'idea di cambiamento si baserà sul lavoro contro le povertà».
Anche col centrodestra?
«No».
Eppure più volte l'hanno data in predicato di accettare l'assessorato al Lavoro.
«Ho avuto più volte l'opportunità di diventare assessore. Anche col centrodestra. Ma ho rifiutato: l'autonomia rappresenta il valore più alto del sindacato».
Alla luce dei candidati in campo, saranno primarie di centrosinistra o del Pd.
«L'impressione è che saranno primarie del Pd. Ma oggi la voglia di cambiamento va oltre la pur importante rappresentanza Dem».
Quindi la sua sarebbe una candidatura di rottura?
«Bisogna tenere conto del pluralismo che si muove dentro il progetto di cambiamento della Sardegna. Credo di avere l'esperienza per rappresentare quest'idea, che ha come punto fermo il lavoro».
Quale sarà la priorità della prossima Giunta?
«Sono un laburista e un federalista. Quindi lavoro e un nuovo patto con lo Stato attraverso l'assemblea costituente del popolo sardo».
Sicuro che l'assemblea costituente sia ancora un modello attuale?
«Visto come la politica è asserragliata nel Palazzo e la crisi del rapporto con i cittadini direi che è l'unica soluzione possibile».
Come vede l'area sovranista?
«Senz'altro è rappresentata da persone capaci. Sarebbe però un errore se diventasse l'appendice di un movimento più vasto».
E come interpreta la discesa in campo di Michela Murgia?
«Positivamente. Interpreta la voglia di cambiamento dei sardi. Si tratta di verificare quale progetto di rappresentanza, più vasta del suo partito, riuscirà a mettere in campo».
Un giudizio sull'operato della Giunta di centrodestra.
«Non è riuscita a dare risposte ai drammi dell'Isola. Direi negativa».
Lorenzo Piras

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