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L'unione sarda. Fagioli con il bollino blu

TIANA. Eccellenza agroalimentare nel paese più piccolo della Barbagia-Mandrolisai

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TIANA Nel cuore della Sardegna il paese più piccolo della Barbagia Mandrolisai, con i suoi 530 abitanti, ci tiene ad essere la capitale dei fagliolini. E Tiana ha ottenuto un importante riconoscimento. Il Ministero delle politiche agricole, infatti, ha inserito nella mappa delle “Bandiere del Gusto” il fagiolo di Tiana, che rientra così nell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali. «Per noi questo è un risultato significativo - dice il sindaco Bruno Curreli -, una grande soddisfazione per la tutta la comunità e l'amministrazione di Tiana. Il fagiolo per noi rappresenta un prodotto d'eccellenza del territorio tra storia, economia e tradizione».
Questo prezioso ortaggio, un tempo conosciuto in tutta la Sardegna, ha rappresentato per tante generazioni di tianesi il fulcro dell'economia agricola locale. Oggi sono 25 i produttori di fagioli che si contano nel paese barbaricino e che, in stretta sinergia con il Comune di Tiana e grazie alla collaborazione delle agenzie regionali Laore e Agris, hanno messo in atto un vero e proprio progetto di valorizzazione del loro prodotto d'eccellenza. «L'amministrazione comunale - spiega il sindaco Curreli - ha portato avanti diverse iniziative che vanno dalla creazione di un'associazione fra i produttori tianesi di fagiolo al relativo disciplinare di produzione, che garantisce il rispetto di metodi di coltivazione e raccolta. Si tratta, infatti, di procedimenti improntati alla salubrità e alla tracciabilità lungo tutta la filiera, attraverso il monitoraggio continuo delle problematiche fitosanitarie e una mappatura genetica delle varietà storicamente coltivate.
Tiana, grazie a questi strumenti, può puntare con ragionevole ottimismo al rilancio di un comparto produttivo che può trovare nuovi spazi nei mercati dell'alta qualità alimentare e, facendo leva su di esso, creare nuove e interessanti prospettive occupazionali per le nuove generazioni, cui i vecchi agricoltori possono trasferire il loro indispensabile patrimonio di saperi».
R. T.

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