Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. «La nostra comunità non lascerà mai soli i suoi figli sfortunati»

MARACALAGONIS. Ieri l'ultimo saluto a Ernesto Piras

Condividi su:

Dal nostro inviato
Andrea Artizzu
MARACALAGONIS Le campane della parrocchia di Mara suonano a morto. Le donne accelerano il passo per conquistare un posto nella piccola chiesa e sfuggire alla morsa del caldo. L'afa è appena smorzata dal vento che asciuga in fretta le lacrime sul viso. Sul sagrato gli uomini commentano l'ultima tragedia che ha colpito la famiglia di Ernesto Piras, l'operaio di 53 anni, morto domenica sera in uno scontro frontale nella galleria Murtineddu tra la sua Fiat e l'Opel guidata da Daniele Valdes, con a bordo due amici e una bambina di quattro anni.
LA TRAGEDIA Neanche due anni fa la moglie di Piras era stata fulminata da un infarto che l'aveva strappata al marito e ai due figli, uno di appena dieci anni ancora ricoverato all'ospedale. Gli unici, con la nonna, rimasti a piangere e a chiedersi il perché di una tragedia assurda, figlia di mille coincidenze. L'operaio della Campidano ambiente domenica aveva deciso, dopo tanti inviti non accettati, di trascorrere con altre quattro persone, tra le quali il figlio e un altro bimbo, una serata nella pizzeria del cugino a Costa Rei. Non solo, la Fiat Idea di Piras, non si sarebbe dovuta trovare in quella galleria maledetta, imboccata per sbaglio dopo aver perso di vista un'altra auto della comitiva diretta a Costa Rei.
L'ULTIMO SALUTO Il parroco don Elvio Puddu a stento contiene l'emozione di fronte a quella bara coperta di rose rosse e bianche. La chiesa della Santissima Vergine degli Angeli è stracolma. Ci sono anche i ragazzi con la maglia rossa della Ferrini, compagni di tante battaglie sui campi di calcio. Il silenzio del dolore è accompagnato dal movimento ritmico dei ventagli. Il dolore è straziante. Nel primo banco siedono il figlio e la mamma dello sfortunato operaio. Don Elvio per la predica prende spunto dal Vangelo secondo Giovanni: «Ci sono delle occasioni in cui sarebbe bello che il silenzio parlasse da solo. Ma il Signore non ha mai taciuto di fronte alla realtà». Il sacerdote cerca di infondere coraggio: «Alle domande più essenziali non riusciamo a dare una risposta. Ecco perché dobbiamo affidarci alle Sue parole». Don Puddu non entra nei dettagli della tragedia ma cerca di vagliare i misteri del destino: «Basta un attimo, una svista ed ecco che la vita si trasforma in morte. La nostra comunità non ha solo perso un figlio, un padre. La dinamica ci riporta a due anni fa. La morte è una croce che arriva quando sembra che ci stiamo rialzando». Il parroco prende un impegno a nome della comunità: «Siamo qui per assicurarvi che non resterete soli. Vi manifestiamo stima e amicizia per un supporto soprattutto spirituale. L'amore non muore mai».
«NON VI LASCEREMO SOLI» Ora tutte le preoccupazioni sono per il figlio più piccolo di Ernesto Piras. Chi si prenderà cura di lui, chi provvederà al suo sostentamento? «Il Comune farà tutto quello che sarà possibile fare», giura Mario Fadda, sindaco di Maracalagonis. «Ancora è presto per capire come andranno le cose ma è certo che cercheremo di dargli una mano. È un dramma nel dramma di una famiglia che ha sempre vissuto in modo dignitoso ma che non naviga certo nell'oro». Le iniziative del sindaco partiranno già dai prossimi giorni. «Parlerò con gli assistenti sociali del Comune affinché trovino una soluzione immediata ai problemi di queste persone sfortunate. Bisogna fare presto, i due ragazzi hanno bisogno anche di un sostegno psicologico».

Condividi su:

Seguici su Facebook