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L'unione sarda. Era ubriaco: arrestato

Badesi, Carbini accusato di omicidio colposo plurimo La sua auto si era schiantata sulla moto di due turisti

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Dal nostro inviato
Alessandra Raggio
BADESI Aveva nel sangue una quantità di alcol tre volte superiore al consentito. È stato arrestato con l'accusa di omicidio colposo plurimo e omissione di soccorso. Pietrangelo Carbini (47 anni di Badesi) era alla guida dell'auto che lunedì mattina aveva travolto e ucciso sul colpo due turisti lombardi che stavano visitando l'Isola in moto: Carlo Ceppi e Fiorella Ratti, due panettieri di Giussano, entrambi di 55 anni. Ora è all'ospedale di Tempio, piantonato dai carabinieri, poco lontano dalla camera mortuaria dove i due corpi distrutti sono stati riconosciuti ieri dai nipoti.
I NIPOTI Sono passati prima a Castelsardo, per ritirare gli effetti personali degli zii, che avevano scelto un alberghetto di Lu Bagnu come base per le loro vacanze. Lì hanno ricevuto la telefonata del sindaco di Badesi, Toni Stangoni: «Volevo incontrarli per porgere loro personalmente il cordoglio di tutto il paese». Hanno apprezzato ma non erano ancora sicuri di voler vedere il luogo in cui gli zii hanno perso la vita. Poi hanno cambiato idea e prima di andare a Tempio, per il riconoscimento dei loro cari, sono passati a deporre un mazzo di fiori sul luogo della tragedia. «Li abbiamo accolti in Comune, insieme a tutta la Giunta e al comandante della Polizia municipale per manifestare loro l'affetto di tutto il paese – racconta Stangoni – sono venuti i due nipoti di Carlo Ceppi perché i figli non hanno fatto in tempo a rientrare: erano all'estero per le vacanze, e da ieri stanno facendo di tutto per tornare a casa». Oggi, o domani al massimo, saranno di nuovo a Giussano per il funerale dei genitori con i quali condividevano la panetteria. Probabilmente già da questa mattina le bare saranno imbarcate in aereo per essere riportate a casa.
IL GIALLO DELLA FUGA Intanto si apre un piccolo giallo sulla presunta fuga di Pietrangelo Carbini, dopo l'incidente. È la tesi più credibile secondo i militari che, dopo aver ascoltato diversi testimoni, hanno deciso di incriminarlo anche per omissione di soccorso.
I TESTIMONI «Quando siamo arrivati noi vagava sull'asfalto, era stordito non capiva nulla – racconta Salvatore Stangoni che, oltre ad essere un volontario del Soccorso balneare, è anche l'assessore ai Lavori pubblici del Comune di Badesi – poi ha avuto un mancamento, è svenuto. È diabetico», aggiunge Stangoni. Lo conoscono bene i volontari: il presidente della Croce Azzurra è suo fratello più piccolo, Gian Luca. «Pietrangelo era sconvolto, tutto sporco di sangue, forse aveva delle lesioni, ma in quel momento c'erano cose più urgenti da fare... lui almeno camminava». Hanno avvisato subito suo padre, arrivato pochi minuti dopo: ha cercato di calmarlo, di farlo ragionare. Poi lo ha caricato in auto e lo ha portato subito all'ospedale.
I PRIMI SOCCORSI I volontari avevano appena tentato di rianimare la donna ma non hanno neppure fatto in tempo a sistemarle le piastre sul cuore, che Fiorella Ratti ha smesso di respirare. Suo marito era morto dieci minuti prima. L'impatto era stato fortissimo: «Erano devastati – racconta Salvatore Stangoni, ancora sconvolto - davvero devastati». Le fratture scomposte in quasi tutti gli arti erano visibili a occhio nudo: i caschi erano saltati via, i loro volti distrutti dalle ferite. I volontari non potevano fare nient'altro per i due poveretti. Poco più avanti il passeggero che sedeva alla sinistra di Pietrangelo Carbini era ancora incastrato nell'abitacolo. Per tirarlo fuori hanno dovuto attendere l'arrivo dei Vigili del fuoco.
IL FERITO Giorgio Manca, 33 anni di Santa Maria Coghinas, era pieno di fratture. Lo hanno caricato subito sull'elicottero e portato all'ospedale di Sassari. È ancora ricoverato in ortopedia ma non è in pericolo di vita. Salvatore Stangoni lo conosce bene: lavorava per una ditta di gelati che riforniva il bar della famiglia Stangoni, sul lungomare.
FACEBOOK Sulla sua pagina facebook gli auguri degli amici, e qualche commento un po' più profondo: «Strano - scrive Maurizio - come a volte ci si illuda di tenere sotto controllo ogni cosa, pensi che andrà storto solo agli altri, credi di essere impermeabile ai guai. Poi all'improvviso ti ritrovi al freddo di una sala operatoria».

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