Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. Calici sardi ai confini del mondo

Sempre più buoni, i vini isolani vanno alla conquista dei mercati esteri, Cina compresa

Condividi su:

Ferruccio Deiana, uno dei produttori storici di vino in Sardegna, scruta il cielo con moderato ottimismo. Sta affilando le cesoie, mentre suo figlio Dario, studente di Agraria a Pisa, sta ultimando i controlli del tasso zuccherino degli acini. Siamo a un passo da quota 17 grammi per litro. Appena raggiunta tale soglia, partirà la vendemmia 2013. Che si preannuncia ottima se non eccezionale, per quantità e qualità. «Merito delle stagioni tornate a essere normali», spiega Deiana. Vale a dire, primavera piovosa, estate secca ma non afosa e vendemmia che dovrebbe iniziare ai primi di settembre. «Come ai tempi di mio padre», ricorda Deiana.
LA RISCOSSA L'annata eccezionale potrebbe dare una spinta vigorosa al vino sardo, messo all'angolo dalla crisi globale e da quella del turismo. Perché, come spiega Dino Addis, enologo e direttore della Cantina Gallura di Tempio, «il costo dei trasporti via nave ha inciso anche sulle vendite del vino e dei prodotti sardi in generale». Il perché è presto detto: prima il turista arrivava in traghetto e caricava in macchina ogni ben di Dio. Adesso, trova più conveniente raggiungere l'Isola in aereo (che paradosso!) e per ovvi motivi di spazio non porta con sé più niente.
NUOVI MERCATI Ecco che le cantine sarde hanno elaborato nuove strategie. Prodotti più “beverini”, vale a dire semplici, facili da bere, dal buon rapporto qualità-prezzo, per il mercato interno, e attacco alle grandi piazze internazionali. Cina compresa, che possiede un mercato illimitato.
IL MARCHIO Il brand Sardegna è di grande fascino. Accanto alla notissima “Isola dei Nuraghi”, c'è l'ipotesi di creare una nuova Igp (Indicazione geografica protetta), denominata “Terra di Sardegna”, per tutelare i prodotti da vitigni internazionali che attualmente non sono compresi in alcun disciplinare. Se il mercato interno sta subendo una contrazione, occorre andare alla conquista di nuovi mondi, con prodotti vincenti. Che in Sardegna non mancano.
OCCHI AL CIELO Anche Giovanni Pinna, enologo di Sella&Mosca, colosso del settore (550 ettari vitati, 7,6 milioni di bottiglie all'anno), guarda con attenzione verso l'alto. «Finora, tutto benissimo, ma la vigna è sotto il cielo, mica al coperto. Le sorprese sono sempre possibili». Nelle scorse settimane, i vignaioli hanno tenuto d'occhio le piante, temendo l'attacco della peronospora. «Il vermentino si difende bene», spiega Pinna, «il cannonau è più soggetto all'attacco ma ha resistito. Anche sotto questo punto di vista non abbiamo avuto particolari problemi».
LA NICCHIA Il primo taglio alla Sella&Mosca sarà quello del torbato che, in pratica, l'azienda algherese produce in esclusiva mondiale. «Perché è difficile da coltivare e anche da vinificare», spiega Giovanni Pinna, «ed è stato quasi abbandonato. Noi ne abbiamo 130 ettari, mentre nel mondo non sono più di 50 gli ettari piantati con questa specie». Con questa uva, Sella&Mosca produce uno spumante brioso, fresco, a prezzo contenuto. Un esempio di come sfruttare le straordinarie potenzialità del nostro territorio.
LE PASTOIE I produttori sardi sono bravi, entusiasti e coraggiosi. Ma anche infuriati. La burocrazia strangola le aziende: i controlli continui (doverosi perché si tratta della salute pubblica ma a volte ossessivi), la montagna di documenti, di registri, portano via tempo a chi invece dovrebbe stare in vigna. «Perché è tra i filari che nasce il buon vino», sentenzia Ferruccio Deiana.
LA PROMESSA Il ministro Nunzia De Girolamo, al recente congresso di Assoenologi, ha assicurato: «Il vino italiano non dovrà più camminare col freno a mano della burocrazia. Vi aiuterò nella semplificazione delle pratiche e dei controlli, non dovrete essere più sottoposti alla schiavitù della carta. La burocrazia soffoca e rallenta un settore in crescita». Deiana chiosa: «Le solite parole, non cambierà nulla». Amen.
Ivan Paone

Condividi su:

Seguici su Facebook