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L'unione sarda. Foreste, anche l'ente va in fiamme

La Cgil: «Turni massacranti». Il direttore: «Sono accordi»

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All'Ente foreste volano gli stracci proprio mentre in Sardegna la lotta al fuoco attraversa una fase cruciale. La Cgil attacca la gestione del direttore, generale Gilberto Murgia; la Cisl si dissocia e il personale è in fermento: 6.500 addetti, di cui 2.817 destinati all'antincendio.
LE PRIME CIFRE A proposito, è di ieri il primo dato ufficiale di una stagione fin qui terribile: su 800 roghi dal primo luglio, gli interventi degli operai dell'Ente Foreste sono stati 1.200. Ancora manca una stima precisa degli ettari andati a fuoco: solo il 7-8 agosto - tra Samugheo, Ghilarza, Sinnai-Sette Fratelli, Laconi, Nurallao, Isili, Serrenti, Villagrande e Barisardo - sono andati in fumo 8 mila ettari di vegetazione, di cui circa 400 all'interno di cantieri gestiti dall'Ente. «Considerato che la media storica annuale è di circa 12 mila ettari», dice Paolo Botti, direttore del servizio Antincendio, Protezione civile e Infrastrutture, «è facile intuire il danno che in due giorni è stato provocato al territorio».
L'AFFONDO Raffaele Lecca, segretario della Flai Cgil, nei giorni scorsi accusava i vertici dell'ente di caos gestionale, contestando turni di lavoro massacranti e mancato confronto con i sindacati sull'impiego degli uomini nell'antincendio. Settore in cui l'Ente foreste partecipa in forze. Murgia replica: «In nessun caso le turnazioni superano le 11 ore. Fra l'altro, ordinariamente, i turni sono di 7 ore e 12 minuti e solo in due Servizi territoriali, Nuoro e Oristano, si effettuano turni di 11 ore, compresi 30 minuti per la consumazione del pasto. Questa turnazione cosiddetta “lunga” è frutto di accordi siglati con le segreterie provinciali dei sindacati, compresa la Flai Cgil». E poi, ricordando di «intrattenere regolari rapporti anche con le segreterie provinciali», Murgia ricorda che per il mancato pagamento dell'indennità di responsabile di nucleo «giova osservare che tutta l'attività antincendio e di protezione civile, benché rappresenti ormai una rilevante parte dell'attività dell'Ente Foreste, non trova una specifica regolamentazione contrattuale».
LA REPLICA Il generale Murgia tuttavia osserva che il lavoro degli addetti «non idonei all'antincendio si svolge nei cantieri di forestazione». Nelle giornate ad alto rischio, inoltre, questi uomini vengono utilizzati nella vigilanza mobile antincendio: «Sono i cosiddetti pattugliamenti di prevenzione», prosegue il direttore dell'Ente Foreste. «È capitato a Nurallao e a Isili, ma anche in occasione di diversi principi di incendio nel Goceano in cui l'intervento è stato tempestivo proprio grazie a queste segnalazioni». E a chi definisce l'Ente un “carrozzone”, ribatte: «La colpa è nostra, che pecchiamo nella comunicazione. I nostri addetti fanno delle cose straordinarie: quest'anno abbiamo aiutato 60 Comuni sardi a ripulire i territori dalle erbacce. Si può affermare che senza l'Ente foreste e senza i cantieri di forestazione molte comunità sarebbero destinate allo spopolamento».
LA CISL Una posizione del tutto diversa sul fronte sindacale assume la Fai Cisl, che, per voce del segretario Francesco Piras prende le distanze dalla Cgil: «Non è certo tempo di polemiche strumentali, soprattutto in una fase che vede il personale impegnato su più fronti, giorno e notte, nella prevenzione, vigilanza e lotta agli incendi», dice Piras. «Per quanto riguarda i turni sono stati sottoscritti accordi anche dalla Cgil, che prevedono in alcune zone undici ore per garantire maggiore presenza del personale in caso di emergenza». In conclusione, la Cisl rilancia le vertenze aperte: «Fermo restando che prima di parlare di caos gestionale rifletterei bene, ci sono vertenze che attendono un confronto. Mi riferisco alla disapplicazione del contratto collettivo nazionale, che ha provocato gravi danni al reddito dei lavoratori e alla mancata stabilizzazione di 2.100 addetti precari. L'ultima questione è il blocco, da anni, dei passaggi di livello del personale», conclude Francesco Piras: «Non pochi svolgono mansioni superiori e non vengono inquadrati nei livelli di competenza».
Lorenzo Piras

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