Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. Tir vuoti e 3500 aziende nei guai

Pesa il caro-tariffe (gasolio e traghetti) e il crollo dell'export

Condividi su:

Il crollo del settore edile, il caro gasolio, gli alti costi dei traghetti merci e la pesante diminuzione delle esportazioni di prodotti locali stanno trascinando il comparto dell'autotrasporto sardo in un profondo baratro. In questo momento, per le circa 3.550 imprese isolane del settore, l'àncora di salvezza è rappresentata dalle importazioni di alimentari e, in particolare, da quelle dell'ortofrutta.
LO SCENARIO «Il comparto», ammette Giovanni Antonio Mellino, presidente regionale e vice nazionale di Confartigianato Trasporti, «sta attraversando un periodo di crisi nera e si trova in condizioni gravissime, quasi irreparabili. Il poco lavoro che si riesce a trovare non viene retribuito in modo adeguato, anche per colpa dell'economia in recessione. Le piccole e medie aziende stanno chiudendo. Il paradosso è che tra le imprese ancora operative, tante vorrebbero chiudere ma non possono, perché prima devono riuscire a mettere a posto i conti ed essere in regola con i pagamenti». Da circa 10 anni, secondo il rappresentante regionale di Confartigianato Trasporti, all'incremento esponenziale dei servizi sui trasporti non sono seguite sufficienti offerte di lavoro. «Anche le aziende più piccole», precisa Mellino, «si sono ampliate più di quanto sarebbe stato necessario. Con la crisi c'è stato un crollo del lavoro del 50%».
CAMION VUOTI Come se tutto questo non bastasse, per garantire un servizio, tanti autotrasportatori partono dalla Sardegna verso la penisola con i mezzi vuoti. «Ci sono sempre meno merci da esportare. Il settore regge ancora solo grazie alle importazioni delle merci. Se diamo uno sguardo ai dati», chiarisce l'esponente di Confartigianato Trasporti, «scopriamo che circa l'80% della frutta e verdura che consumiamo in Sardegna è importata. Il comparto edile, che fino a qualche tempo fa garantiva occupazione, è al collasso. I lavori eseguiti per importare le merci dal resto d'Italia non riescono, purtroppo, a coprire interamente gli alti costi per i viaggi. Si tratta di un aspetto di tipo strutturale. Nel resto d'Italia non si sta meglio, ma in Sardegna il problema si è amplificato in modo esponenziale».
STRADE Altro tasto dolente è quello della viabilità. Da Confartigianato Trasporti, anche nell'ultimo incontro che si è svolto lo scorso giugno con il presidente della Regione Ugo Cappellacci, spiegano che è stata più volte sollecitata la convocazione di un tavolo di confronto tra operatori e la stessa Regione. «Sembra incredibile che i nostri politici non si rendano conto che, per un autotrasportatore con un camion e per i cittadini sardi, impiegare un'ora in più per percorrere una strada significa affrontare disagi e maggiori costi. Per arrivare da Cagliari a Sassari, e viceversa, si viaggia in condizioni disastrose». L'auspicio del presidente regionale dell'associazione è che la Regione possa dotarsi al più presto «di programmi a medio e a lungo termine, per risolvere le principali emergenze di un comparto in forte difficoltà».
Eleonora Bullegas

Condividi su:

Seguici su Facebook