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L'unione sarda. «In Sardegna sette nuovi ospedali»

I Riformatori: un'unica agenzia per la spesa e il personale

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La premessa: nessuna accusa alla gestione della Sanità. Anzi. Però i Riformatori una loro idea per razionalizzare la spesa prima che uno tsunami si abbatta sul diritto alla salute dei sardi ce l'hanno. Sono tre i punti del loro progetto - secondo di cinque proposte su cui baseranno le alleanze per le Regionali - presentato ieri all'ingresso dell'ospedale San Giovanni di Dio.
I TRE PUNTI Il primo: togliere alle Asl i compiti amministrativi e affidarli, in nome del decentramento, a un'unica Agenzia regionale della Sanità, oggi non operativa, con sede a Sassari: «Avrà la gestione di personale, concorsi e acquisti di tutte le Asl», dice il capogruppo Attilio Dedoni. «Si risparmia e si eliminano le clientele favorendo la qualità della gestione». Il secondo è consequenziale: con i risparmi ottenuti, realizzare sette nuovi ospedali. Il terzo, l'ultimo, attuare un piano sanitario che punti sul territorio, con accorpamenti dei presidi. Non a caso Franco Meloni, consigliere regionale, prospetta di potenziare case della salute e ospedali di comunità: «Prevediamo una riduzione dei posti letto per acuti fino a 2,5 per mille abitanti».
«FARE IN FRETTA» Una riorganizzazione è comunque necessaria. Anche perché, come hanno fatto notare il presidente della commissione Affari sociali della Camera Pierpaolo Vargiu e il consigliere regionale Franco Sergio Pisano, il costo della Sanità sarda ogni anno è di 3 miliardi 207 milioni di euro, cui la Regione contribuisce con 300 milioni dal Bilancio. «L'incidenza sul Pil da noi è del 12% contro il 7% della media nazionale». Per questo - spiega Vargiu - il rischio di un terremoto inizia a essere reale: «Se la Regione non metterà mano a una riforma complessiva, pur essendosi accollata la Sanità con l'intesa Soru-Prodi, subirà una razionalizzazione statale».
I SETTE OSPEDALI La razionalizzazione sarda passa attraverso anche sette nuovi ospedali. A Sassari, in sostituzione totale o parziale del Santissima Annunziata; a Cagliari, in sostituzione del Santissima Trinità, del Marino e del Binaghi; a San Gavino e a Oristano. Inoltre, i Riformatori ritengono che si possa costruire un ospedale unico nel Sulcis e ad Alghero, in sostituzione del Marino e del Civile. «Questa iniziativa rientra nel programma di adeguamento tecnologico», conclude Meloni: «Per completare la rete ospedaliera della Gallura, la Regione potrebbe adottare tutta una serie di provvedimenti per consentire l'apertura del San Raffaele di Olbia. A disposizione ci sono 250 milioni: occorre contrarre un mutuo trentennale per un miliardo di euro. Si può finanziare con i risparmi derivanti dall'accentramento degli acquisti e dalla gestione unificata del personale».
Lorenzo Piras

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