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L'unione sarda. Ricorsi a raffica degli insegnanti rimasti esclusi

PROTESTA. Il Codacons dal giudice

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A tre settimane dalla prima campanella dell'anno 2013/14 la scuola sarda è già nel caos. Sono migliaia i docenti che hanno conseguito, o stanno conseguendo, l'abilitazione all'insegnamento, ma esclusi dalle graduatorie intendono presentare ricorso. Una rivolta contro il ministero dell'Istruzione guidata dal Codacons in undici regioni, compresa la Sardegna. «L'azione legale che stiamo promuovendo - spiegano i rappresentanti dell'associazione - mira a far riconoscere il diritto all'inserimento nella graduatoria ad esaurimento anche ai “congelati Ssiss” e, quindi, il diritto alle pari opportunità nell'accesso al pubblico impiego senza la previsione di alcun canale preferenziale che sia limitato da criteri ingiusti e illegittimi».
La scelta del “doppio canale” fatta dal ministero (spartire cioè le cattedre vacanti tra gli iscritti alla graduatoria e i vincitori del concorso) rischia di scontentare tutti, ma appare anche l'unica scelta legalmente praticabile. «Se da un lato bisogna tutelare gli storici precari iscritti ormai da anni agli elenchi e in attesa di un posto fisso - conferma Enrico Frau della Cisl scuola -, dall'altro non si può escludere chi, superando un regolare concorso, aspira alle stesse posizioni. Entrambe le parti hanno le loro giuste rivendicazioni, ma con la normativa attuale non si può trovare una soluzione alternativa».
E la valanga di appelli non aiuterà a sbrogliare la matassa giuridica. «Le migliaia di ricorsi ingolferanno gli uffici ministeriali - prosegue Frau - ma non risolveranno il caos. Il problema è all'origine: è la progressiva diminuzione degli organici a rendere difficile l'accesso alla professione, a tutto questo si aggiunge la confusione creata dalle attuali normative concorsuali».
Luca Mascia

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