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L'unione sarda. Scuola, 300 assunzioni nell'Isola

l ministero dell'Istruzione autorizza 11.200 immissioni in ruolo di docenti in tutta Italia

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Sono 301 i docenti che entreranno in ruolo il primo settembre in Sardegna. Un piccolo contingente degli oltre 11mila che in tutta Italia varcheranno quest'anno i cancelli della scuola, dopo il via libera del ministero dell'Economia. Le tabelle, con la ripartizione dei posti ripartiti per provincia e livello di istruzione, sono state rese note ieri dai sindacati Cgil e Cisl che, a dire il vero, si aspettavano molto di più. «Ne servirebbero almeno 700 di posti per coprire cattedre e soprattutto pensionamenti», tuona il segretario regionale della Cgil-scuola, Peppino Loddo. E la sua “collega” della Cisl, Maria Giovanna Oggiano, conferma: «Non tutti i posti disponibili, infatti, saranno coperti dal personale di ruolo in quanto le autorizzazioni prevedono una copertura parziale che varia da un massimo di 50% a un minimo di 30%».
I DATI Ma tant'è: viale Trastevere non concede di più. I posti assegnati in tutta Italia sono 11.268 per i docenti e 564 per i dirigenti scolastici. Oltrettutto mancano all'appello le 3.500 assunzioni Ata (il personale ausiliario, tecnico e amministrativo) che i sindacati reputano indispensabili per il buon funzionamento delle scuole. Alla Sardegna, dunque, vengono riservati 301 posti in ruolo per i docenti e 22 per i “vecchi” presidi e direttori da nominare dalla graduatoria del concorso espletato lo scorso anno. Numeri inferiori alle aspettative, in diminuzione di anno in anno: 848 insegnanti immessi in ruolo nel 2011-2012, 546 lo scorso anno e ora appena 301. Loddo tira le somme: il 2,7% del totale nazionale, a fronte di 541 posti vacanti e liberi. Il contingente-docenti più numeroso se lo accaparra la scuola superiore con 101 nuove assunzioni, il resto si divide fra medie (58), primaria (57), infanzia (32). Il quadro si completa con due docenti nei convitti (uno a Oristano e l'altro a Sassari) e 51 insegnanti di sostegno (su 99 posti disponibili). Guardando alla ripartizione provinciale, Sassari guadagna più docenti (104), seguita da Cagliari (100), Nuoro (61) e Oristano (36).
LO SCENARIO Di fronte a questi numeri, anche il prossimo anno scolastico si aprirà sotto l'insegna delle proteste. La Cgil punta il dito contro la Regione colpevole di non aver fatto «alcunché per difendere la Sardegna dalla politica dei tagli del Governo» e si dice pronta a «una grande giornata di protesta e di sciopero a ottobre». Dal canto suo la Cisl darà battaglia affinché il nuovo piano triennale delle assunzioni «sia finalizzato alla copertura del 100% dei posti disponibili».
Intanto l'urgenza è quella di ultimare le nomine per tempo (ancora da sciogliere l'incognita delle graduatorie dell'ultimo concorso) in modo da assicurare un avvio regolare dell'anno scolastico. Nonostante i problemi (ce ne sono anche lì) degli uffici scolastici (regionale e provinciali) che ogni anno fanno i miracoli con un organico ridotto al lumicino.
DISPERSIONE SCOLASTICA La fuga dalla scuola e dalla formazione in Sardegna sta producendo effetti devastanti con il calo degli iscritti all'Università, la fuga dei cervelli e lo spopolamento. A lanciare l'allarme è il segretario regionale della Cisl Ignazio Ganga che ricorda che l'indice di dispersione scolastica nell'Isola è del 25,5%, ben 12 punti in più della media europea. «La Regione deve sostenere, anche attraverso un “progetto speciale scuola, ricerca e sviluppo” una più decisa politica finalizzata a promuovere il successo scolastico dei nostri giovani». Progetto, sostiene Ganga, «che non potrà fare a meno di quella legge regionale sul sistema integrato scuola-formazione da anni sollecitato dalla Cisl sarda e di cui ancora non si vede traccia».
C. Ra.

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