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L'unione sarda. Marijuana, manette per quattro

Oltre cento chili di droga sequestrati fra Siniscola e Torpè

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NUORO La guerra ai coltivatori di marijuana prosegue senza quartiere. I carabinieri scoprono due piantagioni in Baronia e scattano quattro arresti. Due sono i torpeini finiti davanti al gip qualche giorno fa, gli altri sono due giovani di Siniscola. Consistente il sequestro effettuato dai carabinieri in entrambi gli appezzamenti di terreno, riconvertiti a un business fruttuoso ma illegale. Si tratta di ben centoquattordici chili di stupefacente, in parte già essiccato e pronto dunque per essere spacciato. Il resto erano invece piantine di canapa indiana, ancora a dimora nei due terreni, piante alte e rigogliose, che crescevano a vista d'occhio anche perché c'era un moderno ed efficiente impianto a goccia a garantire quotidianamente l'acqua necessaria per il loro sviluppo.
GLI ARRESTATI Le quattro persone, ritenute responsabili della coltivazione della sostanza stupefacente, sono state individuate in due distinte operazioni. Per la prima piantagione nel territorio di Siniscola sono stati arrestati Maximiliano Sannia, di 35 anni, e Salvatore Argiolas, di 37, entrambi allevatori di Siniscola. Sannia è stato bloccato subito, mentre Argiolas si era reso irreperibile ed è stato fermato dopo qualche giorno. Il giorno dopo Ferragosto il blitz è scattato nella vicina Torpè, dove nella zona di su Puttu, i militari, seguivano da giorni due sospettati, Michele Farris e Marino Corda, di 44 e 46 anni. Appostamenti tradizionali e riprese video avrebbero incastrato i due intenti a coltivare le piante di cannabis indica, oltre 360 piante di altezze variabili sino a due metri.
Ieri mattina è stato il capitano Andrea Senes, della compagnia di Siniscola ad illustrare durante una conferenza stampa i dettagli dell'operazione portata avanti con pazienza nel periodo di Ferragosto sia dagli uomini delle stazioni dell'Arma di Siniscola e Torè, che dagli uomini della squadriglia di Monte Pizzinnu, esperti conoscitori del territorio. Fondamentale si è rivelato il monitoraggio dall'alto degli elicotteri dei carabinieri partiti da Cagliari e Olbia.
IL PRIMO BLITZ Nelle campagne di Siniscola in località “Lochillai” i militari hanno seguito Argiolas e Sannia nelle loro visite lampo nel podere di proprietà di uno dei due. Poi insospettitisi per la loro improvvisa assenza hanno proceduto ad una perquisizione domiciliare. Proprio durante questo controllo in un appartamento di Siniscola in loro possesso sono stati rinvenuti 53 chili di marijuana, gran parte già lavorata ed in essiccazione, mentre la restante parte era ancora in fase di preparazione prima dello spaccio.
«SCOPI TERAPEUTICI» La seconda piantagione è stata scoperta a Torpè. I carabinieri erano già da tempo sulle tracce di Michele Farris e Marino Corda, più volte osservati mentre arrivavano in una coltivazione di oltre 600 metri quadri, realizzata in un terreno incolto di un anziano del paese del tutto inconsapevole della riconversione agricola che il suo podere aveva avuto negli ultimi mesi. «Farris e Corda ci hanno detto, una volta vistisi scoperti», ha rivelato il capitano Senes,« che l'erba serviva per scopi terapeutici. Noi sappiamo invece che avevano su un fiorente business capace di fruttare migliaia di euro».
Il fenomeno, come dimostrano i sequestri delle ultime settimane, è in costante ascesa. «Ormai è sempre più chiaro che la criminalità che un tempo si dedicava ad altri crimini ora si sta specializzando nella coltivazione dello stupefacente», ha sottolineato l'ufficiale, «spesso da questi affari sporchi nascono altri delitti decisamente più gravi, anche omicidi, per questo non possiamo abbassare la guardia e il nostro impegno per contrastare questi traffici rimane alto».
Luca Urgu

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