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L'unione sarda. Centrodestra, un duello al veleno

Pili a un passo dal divorzio, Cappellacci rilancia le primarie

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Nel centrodestra sardo è l'ora degli insulti. Ultima puntata ieri tra Mauro Pili e Ugo Cappellacci: gli eterni duellanti stavolta non hanno risparmiato colpi bassi sullo sfondo della missione del governatore negli Emirati. Il fossato sembra ormai incolmabile, visto il tenore delle parole che sono volate tra social network e comunicati. Sullo sfondo c'è la designazione ufficiale per la corsa alla carica di governatore nelle elezioni di febbraio e la sfida all'ultimo insulto fa pensare che sono in cottura grosse novità. Pili sembra davvero a un passo dal divorzio con la coalizione mentre Cappellacci è ancora alle prese con una nomination appesa a primarie-fantasma.
ANTEFATTO La bagarre è scoppiata l'altro giorno con un commento critico dell'ex sindaco di Iglesias verso il viaggio (ancora in corso) del governatore ad Abu Dhabi. «Vacanze arabe», l'ha bollato. A stretto giro, il portavoce di Villa Devoto Alessandro Serra gli ha risposto («c'è chi lavora e chi commenta»). Ieri il secondo round ancora più pepato.
TURBANTI Scrive Pili: «Chiusa Alcoa, chiusa Eurallumina, chiusa e.On, chiusa la Vinyls, trasporto via mare e via aria in balia dei peggiori monopoli, fallita miseramente la pseudo flotta sarda, persi milioni di turisti, il Ppr della carestia in vigore da nove anni, persi milioni di fondi europei, strade abbandonate a cantieri infiniti da anni e la Regione può permettersi di pagare lautamente un povero cretino per emettere il fiato di chi non ha niente da dire? È l'ora del fumo e dei turbanti per tutti». L'epiteto è riferito al portavoce Serra che subito dopo gli ha mandato a dire su Facebook: «L'insulto è l'arma di chi non ha argomenti e dei pessimi perdenti».
REPLICA Da Abu Dhabi, Cappellacci ha risposto così a Pili (senza nominarlo): «Durante una serie di incontri, diretti ad attirare nuovi investimenti e a aprire una porta importante per le imprese sarde sui mercati internazionali, ho saputo della reazione nervosa e convulsa di qualche politicante che, sotto l'ombrellone, prova a rifarsi un'immagine. Nel goffo tentativo di attribuire responsabilità ad altri, costoro elencano i mali della Sardegna, non fanno altro che ricordare i fallimenti collezionati quando hanno ricoperto in prima persona ruoli di primo piano. Non ho tempo per curarmi di costoro, che peraltro ho perso di vista dalla scena politica, almeno da quella operativa perché in quella parolaia non hanno rivali. Né ho tempo per replicare a chi risulta politicamente irrilevante e produce solo aria col suo girare a vuoto».
NERVI TESI A questo punto la ricucitura sembra impresa impossibile. D'altra parte Pili anche ad agosto sta girando come una trottola, sponsorizzando il movimento sua creatura «Unidos»: un tour tra carceri e sagre che ha tutta l'aria di preparare una discesa in campo per conto proprio. Nel Pdl c'è chi crede ancora a una rappacificazione. Il consigliere regionale cagliaritano Edoardo Tocco ha chiesto ai duellanti di «lasciare perdere i personalismi che i sardi con tutti i loro problemi non riescono a capire». Siate seri, è in sintesi il suo invito, non fate i bambini.
CENTROSINISTRA Intanto nel centrosinistra il Partito Socialista torna alla carica sull'organizzazione delle primarie e incalza il Pd perchè convochi al più presto un nuovo vertice della coalizione coinvolgendo anche i rappresentanti dei Sovranisti guidati da Paolo Maninchedda e Franciscu Sedda. «L'obiettivo del Psi», spiega il segretario Peppino Balia, «è quello di trovare una condivisione sulla data ultima per la presentazione delle candidature, ora fissata al 2 settembre, e su un numero ragionevole di firme a sostegno della corsa dei singoli aspiranti governatori».
Antonio Martis

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