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L'unione sarda. L'esercito che non è riuscito a trovarla

OROSEI. Per cercare la pensionata si è mossa per settimane una vera e propria task force

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OROSEI Una mobilitazione enorme, calata di intensità soltanto negli ultimi giorni. A Orosei per settimane, all'indomani della scomparsa di Irene Cristinzio, non è stato lasciato nulla di intentato per ritrovarla. Carabinieri, polizia, vigili del fuoco, forestali, compagnie barracellari e centinaia di volontari di tutte le associazioni del paese hanno setacciato palmo a palmo il vasto territorio comunale. Il Municipio è rimasto aperto giorno e notte ospitando il centro di coordinamento per le ricerche che non hanno trascurato alcun elemento. Un'attività febbrile condotta sia in paese, entrando anche nei cortili, sia nel litorale della Baronia estendendo le ricerche dell'ex insegnante anche nei centri vicini. Un impegno totale, che non si arrestava nemmeno all'oscurità, con la convinzione che non bisognava perdere tempo.
NESSUNA TRACCIA Tutto inutile purtroppo fino a questo momento. Incluso l'utilizzo dei cani molecolari, dei veri specialisti nella ricerca delle persone. Gli inquirenti, hanno più volte ripercorso, anche in compagnia del marito e dei figli della donna, il tragitto che la signora faceva tutti i giorni. Un anello di sei chilometri e duecento metri, ma che a volte la pensionata allungava, tra giardini, oliveti e agriturismo. Una passeggiata tonificante calpestando una strada asfaltata, dove anche ieri si incontravano persone che facevano jogging o contadini che lavoravano nel loro podere. Da una parte le cave di marmo e dall'altra il mare di Osala a pochi chilometri. Gli investigatori hanno vagliato le testimonianza di almeno tre persone che quella mattina assicurano di aver visto Irene Cristinzio. Tutta gente affidabile, che non aveva motivo di mentire, ma che ha invece ripetutamente confermato quella prima versione. Poi il blackout dalle 13 di quel maledetto 11 luglio. Con la luce che non è ancora tornata lasciando tristezza e sconforto. E mille dubbi che non sono stati ancora dipanati.
SEGNALAZIONI FALLACI Innumerevoli anche le segnalazioni da varie zone dell'isola e anche dalla penisola (Bari e Trento) di cittadini che vedendo su internet la fotografia della donna o il suo volto sui giornali o nei tanti manifesti (anche in inglese) che tappezzano bar e piazze del centro Sardegna, hanno pensato di incrociarla per strada.
Le tante telefonate giunte a Antonino Nanni e ai suoi tre figli (per qualsiasi segnalazione pregano di contattarli allo 078498401 o al 3402687002) erano di persone sincere che hanno preso veramente a cuore la vicenda, e non avevano alcun problema a comunicare il proprio nome o numero di telefono. «A volte però dalla possibile convinzione di aver visto mia madre alla telefonata passa troppo tempo e non si riesce più a far nulla. In questi casi la tempestività è troppo importante», dicono i fratelli Nanni, che dieci giorni fa, dopo aver ricevuto una telefonata da Arzachena da chi era convinto di aver visto si sono immediatamente catapultati nel centro gallurese, ma purtroppo inutilmente.
L.U.

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